lunedì 29 settembre 2008

Cambiamenti climatici e polizia turistica minacce per il turismo


Questo emerge dall'articolo del Nation: Kenya: Tourism Resorts Threatened

Secondo l'assistente del ministro del Turismo Cecily Mbarire, il fenomeno del cambiamento climatico mondiale minaccia il Vasco de Gama pilar, attrazione turistica famosa nel mondo.

Poco più sotto nello stesso articolo il sindaco di Malindi Mohammed Menza afferma: "Gli ufficiali del TPU (Tourist Police Unit) sono famigerati nell'arrestare e molestare cittadini innocenti. Dovrebbero smetterla e concentrarsi invece nel combattere il crimine"

Quell'aeroporto la devi metterlo qua'


Il ministro del Turismo Najib Balala ha colto l'occasione delle celebrazioni della settimana del turismo a Milano dove e' stata organizzata la Kenya Week presso la Loggia dei Mercanti, per parlare di nuovo dell'Aeroporto di Malindi.

Come aveva già fatto in occasione dell'incontro con gli operatori turistici a Malindi lo scorso 5 agosto, il ministro ha ribadito l'impegno del governo a voler affrontare seriamente il problema dell'ammodernamento dell'aeroporto di Malindi con l'aiuto degli imprenditori italiani.

La notizia e' data dal Daily Nation ma non specifica se l'aeroporto sarà ricollocato presso Langobaya, come vorrebbe il rappresentante del parlamento per la regione costiera Mr Gideon Mung'aro.

D'altro canto, sempre in occasione dei festeggiamenti tenuti per la settimana mondiale del turismo, ma questa volta presso l'aeroporto di Malindi, il vice direttore esecutivo della Kenya Airport Authority (autorità aeroportuale del kenya) Mr. Matthew Wamalwa afferma che l'aeroporto non verrà spostato dal posto dove si trova attualmente.

In questo articolo del nation
infatti Mr Wamalwa afferma: " L'Autorità pensa di sviluppare la struttura esistente e portarla agli standard richiesti con una spesa di 160 milioni di scellini"

E' morto a Malindi Athos Tanzini

Articolo tratto da Yahoo/eurosport

Lo schermidore aveva 95 anni

E' morto ieri sera a Malindi, in Kenya, Athos Tanzini, medaglia d'argento nella sciabola a squadre all'Olimpiade di Berlino del 1936. Nato a Livorno il 30 gennaio 1913, Tanzini tre mesi fa aveva raggiunto a Malindi dei parenti che vivono in Kenya. Allenato da Beppe Nadi, a Berlino salì sul podio assieme a Gaudini, Marzi, Masciotta, Pinton e Montano. Dopo l'esperienza olimpica Tanzini lasciò la scherma. Il Presidente della Federazione Italiana Scherma Giorgio Scarso ed il Consiglio Federale hanno espresso le loro condoglianze a tutta la famiglia Tanzini.

Seduto in quel caffe' io non pensavo a te....

29 settembre 2008
Mal di Malindi compie un anno

...Guardavo il mondo che
girava intorno a me...

domenica 28 settembre 2008

Quanto vale lo scellino oggi?


Mal di Malindi offre un nuovo servizio: l'aggiornamento in automatico del cambio di Euro e Dollaro rispetto allo scellino keniota.

Si trova sulla colonna di destra sotto i link.

Il Kenya vorrebbe far fronte alla cronica mancanza di energia con il nucleare


Il Ministro dell'energia Mr Kiraitu Murungi ha detto che il Kenya cerca investitori e partner con le conoscenze tecniche adatte per poter costruire una centrale nucleare che possa produrre 1000 megawatt di energia, così da far fronte alla sempre maggior richiesta di energia che sta facendo si che ultimamente i costi della stessa stiano andando letteralmente alle stelle.

Secondo i ministro se il piano dovesse avere successo, il Kenya potrebbe diventare il maggior esportatore di energia dell'Africa Orientale.

"L'uso dell'energia nucleare per scopi civili e pacifici è ormai accettato globalmente. In Kenya non dovremmo aver timore di menzionare la parola nucleare in questi casi" ha detto il ministro.

giovedì 25 settembre 2008

Da domani venerdì 26 si inaugura alla Loggia dei Mercanti a Milano la "Kenya week"

Tratto da genovapress.com

SCOPRITE IL KENYA A MILANO: DAL 26 AL 29 SETTEMBRE ALLA LOGGIA DEI MERCANTI Stampa E-mail
mercoledì, 17 settembre 2008 08:30

Milano, Dal 26 al 29 settembre alla Loggia dei Mercanti nel cuore di Milano sarà di scena la “Kenya Week”, una 4 giorni di arte, cultura, spettacoli, gastronomia, viaggi e tante sorprese interamente dedicata al Kenya, un invito per il pubblico a conoscere più da vicino la magia di un paese la cui l’infinita offerta culturale e turistica ha davvero tutto per sedurre i suoi visitatori.

Organizzata dall’Ambasciata del Kenya e dal Kenya Tourist Board, col Patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia, la “Kenya Week” metterà in vetrina la caleidoscopica offerta culturale e turistica del Kenya in una location d’eccezione, la Loggia dei Mercanti, che si trasformerà in una grande area polifunzionale dove una serie di spettacoli, esposizioni, assaggi di delizie tipiche porteranno il grande pubblico a contatto con il Kenya le sue emozioni.

La Kenya Week inizia venerdì 26 settembre, quando l’On. Najib Balala, Ministro del Turismo della Repubblica del Kenya, taglierà il nastro inaugurale accompagnato dalle Autorità italiane, dando così l’avvio ad un calendario fitto di appuntamenti. Le esibizioni e danze di tre gruppi folkloristici delle etnie Swahili, Giriama e Taita scandiranno il tempo delle quattro giornate e guerrieri Maasai accoglieranno i visitatori nella Loggia, tra mostre d’arte, stand del prodotto turistico, suggestive rappresentazioni teatrali e presentazioni, approfondimenti e degustazioni dei sapori tipici kenyoti. Tra gli espositori: Aquarius Watamu, Condor, Coral Key Resorts, Dorado Cottage Resort, Viaggi del Ventaglio e Casinò di Malindi.

La “Kenya Week” si concluderà nel pomeriggio di lunedì 29 settembre con danze folkloristiche e musiche tradizionali.

Calendario “Kenya Week” – Loggia dei Mercanti – MM1 Duomo - Cordusio
Venerdì 26 Settembre - ore 13-17
Sabato 27 Settembre - ore 10-20
Domenica 28 Settembre - ore 10-20
Lunedì 29 Settembre - ore 10-16

Per informazioni: Kenya Tourist Board a Milano, Tel. 02-36561179

mercoledì 24 settembre 2008

Il Kenya è la nazione più corrotta dell'Est Africa


Questo dice l'ennesimo studio, questa volta portato avanti da "Transparency international" che classifica il Kenya al 147mo posto su 180 nazioni prese in esame a livello mondiale, e comunque ultima tra quelle dell'Africa orientale.

Secondo lo studio il Kenya è una delle nazioni in cui la corruzione è aumentata in maggior misura dall'anno scorso a quest'anno, chiaro indice -secondo il direttore di Transparent International Kenya Mr
Job Ogonda-, che il governo Keniota sta facendo poco o nulla per combattere la corruzione.

Secondo il sig. Ogonda "la corruzione si sta radicando in profondità in corpi governativi come le forze di polizia, il sistema giudìziario e le istituzioni sanitarie"

Secondo lo studio, il kenya "compete" con la repubblica democratica del Congo e il Bangladesh.

Qui la fonte della notizia

lunedì 22 settembre 2008

Caso Carretta: nuovo articolo sul corriere.it

Tratto dal corriere.it

Gravemente malato di cuore e con un forte enfisema polmonare

Kenia: italiano accusato di pedofilia
«È stato un tentativo di estorsione»

Medardo Caretta, 75 anni, architetto di Alba, condannato a 5 anni per adescamento di minori e molestie

DAL NOSTRO INVIATO
MALINDI – Magrissimo, tremante, il volto emaciato, il respiro ansimante e gli occhi persi nel vuoto. Il polso è incatenato al letto con una manetta che gli blocca i movimenti. Così un architetto di Alba, 75 anni, Medardo Caretta, gravemente malato di cuore e con un forte enfisema polmonare, giace in un letto dell’infermeria dalla prigione Shimo La Tewa di Mombasa. È stato condannato a 5 anni di reclusione per adescamento e molestie ai danni di due ragazzini. Assolto invece dall’imputazione più grave: sodomia dopo che il medico ha accertato che l’accusa era infondata. Lui si è sempre proclamato innocente. Da un paio di giorni dall’ospedale di Malindi è stato trasferito alle carceri di Mombasa, dove ha potuto vedere brevemente la figlia Daniela. Per ora è in infermeria, ma non si sa fino a quando potrà restarci. Lo attende una cella assieme ad altri detenuti comuni.

I FATTI NEL 2004 - I fatti per cui Caretta è stato condannato risalgono al 2004. Il 23 luglio due ragazzini, John e Brian, si presentano davanti alla sua casa di Malindi. Chiedono l’elemosina. E qui le versioni divergono. Lui dice di averli fatti aspettare fuori dal cancello e di avergli portato 200 scellini (un paio di euro). Loro sostengono di essere stati trascinati in casa e fatti oggetto di attenzioni a scopo sessuale. Un mese dopo al cancello della villa dell’architetto si presenta la polizia: lo portano al comando e gli notificano che è stata presentata una denuncia contro di lui per sodomia. Caretta scoppia in una risata: «Tutto era così inverosimile», racconta. «In quel momento nella stanza arriva una signora, la madre di John. Davanti ai poliziotti mi spiega che è disposta a ritirare la denuncia se le pago un risarcimento di 5 mila euro. Naturalmente rispondo che non ci penso neanche, non accetto ricatti. Andiamo in corte e la verità salterà fuori. Resto una notte nella stanzetta della polizia e due in carcere. Soffro molto ma sono deciso a resistere all’estorsione. Esco su cauzione».

GIRONE INFERNALE - La prigione di Malindi è un girone dantesco: un’ottantina di detenuti (assassini, stupratori, rapinatori) tutti nella stessa cella. Pochi giorni dopo scatta un’altra denuncia. La madre di Brian accusa l’architetto di adescamento e molestie. Stessa trafila e seconda cauzione. Comincia la causa di merito. È difficile leggere le 144 pagine di verbali: ci sono continue contraddizioni dei testimoni. Occorre andare avanti e indietro nelle pagine per rendersi conto, per esempio, che non sono certe neppure le date della presunta sodomizzazione o della visita in ospedale dei ragazzini. Sette testimoni, sette date diverse. Sorprende che l’avvocato della difesa, Ole Kina, un uomo che si è arricchito nelle cause tra italiani a Malindi, non faccia rilevare al giudice le incongruenze. I bambini, la cui capacità di intendere e di volere viene testata chiedendo loro se conoscono i 10 comandamenti, raccontano di colluttazioni con l’architetto che li trattiene, li insegue quando scappano, li spoglia, li obbliga a rapporti sessuali. «Peccato che a Medardo venga il fiatone appena muove pochi passi», racconta Giancarlo Cecchetti , un vicino di casa. Rincara la dose il dottor Arnold Wambejo, un medico chiamato dall’accusa a testimoniare se c’è stata sodomia: «Un uomo che da trent’anni ha un enfisema polmonare e problemi cardiaci come Caretta», conferma, «rischia la vita persino quando cammina».

TESTIMONIANZE - «Siamo stati portati in casa», spiega John durante l’interrogatorio. «Era vuota, non ho visto mobili, ad eccezione di un letto senza materasso». Eppure casa Caretta è un mezzo museo. «C’erano parcheggiate tre macchine, due a sinistra e una a destra. Nessuna piscina», aggiunge il ragazzino. Ma in quella villa c’entra a mala pena solo un’auto, proprio perché il giardino è occupato da una grande vasca. Al referto medico presentato in aula vengono aggiunte alcune righe con penna e calligrafia diversa apposta per fare in modo che le condizioni dei ragazzini dopo la presunta violenza appaiano più gravi. L’infermiera che ha firmato il certificato, chiamata alla sbarra dei testimoni, dopo aver esaminato il documento, dichiara: «Quelle note in più non sono mie. I ragazzini tutto sommato stavano bene».

PROCESSO - Il processo viene rimandato ben 40 volte. Già all’inizio i genitori di Brian si ritirano. Nel 2005 il procuratore Kisio, il primo incaricato a seguire il caso, rinuncia al mandato «senza una ragione» e, nel maggio 2006, stessa scelta la fa il procuratore C.I. Munene che l’ha sostituito: «Con questo caso mi sto giocando la reputazione. Arrivederci», dichiara in aula. Anche il faldone della polizia sul caso sparisce. Nell’aprile 2007 l’architetto torna in Italia per un’operazione di ernia. «Confidavo nella giustizia e così sono tornato in Kenya», racconta. Per almeno nove volte Caretta viene sollecitato dalla madre di John a pagare 5 mila euro per ritirare la denuncia. A una delle richieste assiste anche il console onorario italiano a Malindi, Roberto Macrì che racconta l’episodio al giudice e affigge nella bacheca del consolato una lettera di spiegazioni di quanto sta accadendo. Neanche la sua testimonianza serve a stabilire l’innocenza di Caretta. Kenga Ngonyo è un amico kenyota del professionista piemontese e ha assistito a quasi tutte le udienze: «Una volta fuori dal tribunale sono stato avvicinato dalla madre di John. Mi ha chiesto di convincere Medardo a pagare i 5 mila euro». Salta fuori un giardiniere licenziato da Caretta meno di un anno prima perché trovato ubriaco: Anthony Nyala. Frequenta la madre di John. I loro figli vanno nella stessa scuola e sono amici. Racconta un kenyota di Malindi che conosce Nyala da anni: «Era tornato più volte per farsi riassumere, ma Medardo non l’aveva più voluto. Alla fine aveva giurato che gliela avrebbe fatta pagare. Per carità non metta il mio nome altrimenti fanno fare la stessa fine di Caretta anche a me».

Massimo A. Alberizzi
malberizzi@corriere.it

mercoledì 17 settembre 2008

Senio Bonini non demorde: "Confermo tutto!"

Tratto da blog.panorama.it

"Di Senio Bonini

Sono convinto che le offese, le calunnie, ma soprattutto le minacce anche fisiche che mi sono arrivate in seguito all’inchiesta sulla pedofilia a Malindi condotta da me per Panorama rappresentino più una conferma di quanto denunciato che una legittima confutazione. Detto questo, e premesso che non perderò il mio tempo a controbattere agli insulti che mi sono stati indirizzati, ci tengo a rispondere a quanto mi è stato mosso.
Il reportage. Ci si spinge a sostenere che io non sia mai stato a Malindi. Per me parla il mio passaporto e le ricevute che ho con me. Per me parlano le centinaia di foto scattate da Simone Stefanelli, mio compagno di viaggio. Foto che ritraggono non una, ma decine di ragazzine, tra i 10 e i 14 anni, davanti a quei locali, o addirittura all’interno di quei locali, citati nel pezzo. Per me parlano le testimonianze di vita raccolte in strada, delle ragazzine e delle loro famiglie.
Molti degli attacchi che ho subìto hanno messo in discussione le interviste con l’ambasciatore Pierandrea Magistrati e il giornalista Fred Olouch a Nairobi. Ebbene, stupito per questi attacchi improvvidi, in questi giorni ho provveduto a contattarli nuovamente ricevendo la conferma tanto dei nostri incontri quanto del tenore delle nostre conversazioni. Senza considerare le foto scattate nello stesso studio dell’ambasciatore.
Per di più il collega del “Nation”, Fred Olouch, ha negato categoricamente di essere mai stato contattato di recente dal consolato italiano e dalle associazioni che fanno riferimento alla comunità italiana a Malindi, come riportato nelle lettere contro di me. Anche l’ufficiale di polizia Philip Opiyo, raggiunto telefonicamente, non ritratta quanto detto né tanto meno afferma di non avermi mai incontrato.
Come confutare poi un dossier diffuso dalla più autorevole delle organizzazioni internazionali a tutela dell’infanzia, l’Unicef, che nero su bianco conferma quanto da me raccolto sul campo? Così come lo confermano altre due ong in prima linea da anni nella difesa dei bambini vittime di violenze sessuali, Ecpat e Unicef Italia. E lo stesso Giorgio Manzi, del Ris di Roma, interpellato sull’argomento, conferma il mio racconto.
Certo, l’inchiesta può aver suscitato la rabbia dei residenti italiani a Malindi che onestamente vivono e lavorano in questa località da anni, ma non era assolutamente nei miei intenti infangare un’intera comunità, (e questo è dimostrato dalle espressioni che ho usato nel testo, come ad esempio “alcuni italiani ne approfittano”), bensì quello di denunciare una piaga che mina l’infanzia di centinaia di bambini. E poi, non dovrebbero essere gli onesti per primi a chiedere che si faccia pulizia dei pedofili? O quella realtà disturba chi vuol farsi spensieratamente i bagni nelle acque di Malindi senza guardare che cosa succede intorno? E chi vive di turismo, reagendo in questo modo, non dà l’impressione di preoccuparsi dei propri affari più che delle bambine sfruttate sessualmente?
Considero dunque del tutto pretestuosa, se non strumentale, l’accusa di aver pubblicato “un’inchiesta vecchia di alcuni mesi” con il solo scopo di “danneggiare il turismo a Malindi”. Ho proposto la mia inchiesta a Panorama che per settimane mi ha chiesto verifiche e riscontri. Davvero si vuol far finta di credere che sia scorretto denunciare una tragedia come quella della pedofilia solo perché sono trascorsi alcuni mesi dalla raccolta dell’informazioni sul campo? Il rispetto e la dignità dei bambini non vanno in prescrizione."

Aggiornamento sulla triste vicenda del signor Carretta


Riporto quanto affisso sulla porta del consolato riguardo la vicenda del signor Carretta.


"STORIA VERA


Non condanno e non assolvo ma Vi informo poiché penso di essere uno dei pochissimi che hanno assistito alla triste storia dall'inizio alla fine.

Circa quattro anni fa nella tarda mattinata si presenta in Consolato il signor Carretta Medardo, insieme a due donne e un uomo keniani; desiderava io fossi testimone di quanto stava accadendo e presagendo qualcosa di brutto, approfittando della presenza in consolato del signor Ugo Troiani, lo invitai ad essere presente.

Una delle due donne raccontava che suo figlio di una decida di anni insieme al figlio dell'altra signora era stato adescato ad entrare nella casa del signor Carretta e che qui, lo stesso, avrebbe avuto due rapporti sessuali, uno tramite una fellazio e l'altro di sodomia con i due ragazzi.

Il signor Carretta che vive nella sua casa di Kibokoni insieme alla moglie, negava assolutamente spiegando che, spesso i ragazzini del villaggio limitrofo venivano al cancello a chiedere caramelle o qualche soldino, cosa che quasi sempre veniva soddisfatta e che questo era stato uno dei tanti casi; l'abitudine era stata creata da una giovane inquilina italiana, persona generosa e sensibile amante dei bambini che nei mesi in cui era stata ospite della casa, aveva abituato gli stessi a venire a prendere caramelle e biscotti; andata via l'abitudine e' rimasta in eredita' al signor Carretta che non si e' sentito di interromperla.

Dopo un breve ma composto battibecco, la signora ci tenne a spiegare che comunque, “visto che siamo tutti esseri umani perciò soggetti a sbagliare”, con una cifra di kshs 500.000 (cinquecentomila) si poteva chiudere il caso (il tutto testimoniato in corte); il signor Carretta obietto' che non era disponibile a pagare nulla dato che non era successo nulla di quanto raccontato, e che non avrebbe avuto problemi ad andare in corte; comincio' quindi il processo durato circa quattro anni con circa quaranta (40) rimandi; desidero riassumere per non annoiare, i fatti più salienti;

  1. attestati medici locali escludevano la sodomia,

  2. enfatizzate e accettate dalla corte che erano state apportate correzioni da terza persona sul rapporto del dottore,

  3. dimostrate discepanze di tempi, luoghi e rapporti fatti dai due bambini, che non avevano invece oltrepassato il cancello della casa,

  4. un testimone in favore del signor Carretta veniva aggredito dalla mamma di uno dei due ragazzini, per evitare che deponesse fuori dalla corte, la madre fu solo ammonita dal magistrato per tale comportamento,

  5. in diverse succesive occasioni il signor Carretta e' stato avvicinato dalla mamma del ragazzino per sollecitare la chiusura del caso con un pagamento,


si può supporre che se le prove fossero state schiaccianti non sarebbero passati quattro anni e ripeto, 40 rimandi, per condannare un “mzungu” che avrebbe abusato di un ragazzino keniano.

Alla fine del caso il signor Carretta e' stato assolto dal caso di sodomia (quattordici anni) ma e' stato condannato a cinque anni per adescamento e cinque anni per fellazio da considerarsi concorrenti, perciò per un totale di cinque anni; l'avvocato ha presentato ricorso, in attesa del quale, il condannato non beneficiando della cauzione (in quanto straniero) deve stare in carcere.

Attualmente e' ammanettato al letto dell'ospedale governativo, dove e' stato portando essendo seriamente ammalato, per poter essere curato (spesso deve mingere in una bottiglia quando il secondino non ha voglia di accompagnarlo al bagno).

Mi sembra doveroso, nei confronti dei connazionali e del signor Caretta, esporre quanto realmente accaduto e accade.


Roberto Macri'


Malindi 05 Settembre 2008"

domenica 14 settembre 2008

La comunità indiana sfila per il centro di Malindi

Simpaticissima e coloratissima la sfilata della comunità indiana oggi per le vie di Malindi.
Con un bellissimo carro e musica popolare, hanno allietato chi si è trovato ad assistere al simpatico evento.

giovedì 11 settembre 2008

Out of Italy n.77


Dopo una attesa un po' più lunga del normale, e' finalmente in distribuzione gratuita presso vari esercizi a gestione italiana di Malindi e di Watamu, il numero 77 di Out of Italy.

In questo numero come sempre pieno di articoli interessanti, segnalo una intervista esclusiva di Roberto Milano, al ministro del turismo Mr Balala, la fame di Bugatti di certi dittatori africani, e un articolo a mio nome "Kenya Cult", che spiega come internet ci puo' aiutare a scopreire la tendenza del turismo italiano verso il Kenya dopo i gravissimi accadimenti di inizio anno.

mercoledì 10 settembre 2008

Prova ad immaginare...


"Immagina di essere su una sabbia bianchissima sotto alberi di palma, e che tutto il tuo corpo e' accarezzato da acqua turchese dell'oceano indiano che luccica mentre in lontananza, all'orizzonte, le onde ti si offrono uniche e pittoresche e serene dalla barriera corallina. Bene, non cercare più lontano perché il Kenya ti offre la migliore esperienza di mare mentre il nuoto, le immersioni e le avventure sono sinonimo di relax".
Questo si legge sul sito travelsportsliving.com

Sentivo davvero la voglia di segnalare qualcosa di positivo.

martedì 9 settembre 2008

Gli Italiani che vivono onestamente a Malindi

Si ribellano al cattivo giornalismo che tutti gli anni puntualmente pubblica un articolo che abilmente tende ad infangare quanto di buono viene fatto qui con i facili stereotipi della prostituzione giovanile.

L'anno scorso ci avevano provato Severgnini e Alberizzi sulle pagine del Corriere della sera, quest'anno è il turno di Senio Bonini che su Panorama.it ha addirittura pubblicato, a suo dire, una "inchiesta".

Avevo segnalato la cosa domenica scorsa, nel frattempo alcune iniziative sono state prese. Vorrei segnalare quella di Malindikenya.net che propone di scrivere a Belpietro e allo stesso Bonini (belpietro@mondadori.it e seniobonini@yahoo.it)

Ho ricevuto e volentieri pubblico il pensiero di una amica (Marcella Gritti) che mi scrive da Brescia:

"Ma penso che il problema vero sia un altro e vengo subito al sodo, questo articolo veramente vile, scritto tra l'altro male e poco esplicito, lascia, e questo mi ha dato molto fastidio, ad intendere che gli Italiani vengano in Kenya e principalmente a Malindi, solo ed esclusivamente per profanare l'intimità dei piccoli.

Ma siamo matti? C'è gente che a Malindi ci lavora, che ha creato occupazione onestamente e secondo tutti i canoni Nel rispetto della tutela della persona.
Queste cose invece non le sottolineano, meglio far emergere la sporcizia, così non solo facciamo la figura degli sporcaccioni, ma addirittura questa penna intelligente del giornalismo rovinerebbe non solo il lavoro già fatto da altre persone, tra l'altro italiane, che si informasse quel cogl..ne, ma addirittura infangherebbe anche il futuro lavorativo di questi onesti operatori.
Invece di interessarsi dei baby prostituti, perché questo emerito cogl..ne non fa un bell'articolo su quanto di buono è stato fatto a Malindi?"

Infine riporto due commenti all'articolo che si possono leggere proprio sul blog di panorama.it

Il 9 Settembre 2008 alle 10:32 malindino ha scritto:

Ecco un altro ragazzino che ci confeziona un’inchiesta che, per chi non conosce la realtà attuale di Malindi, può apparire come veritiera. In realtà si tratta di un cumulo di menzogne facilmente smascherabili, articoli scopiazzati da internet risalenti a cinque anni fa (i dati Unicef sono invece dell’ottobre 2006 e sono comunque manipolati dal giornalista), interviste mai rese (mi risulta che il capo della polizia di Malindi Opiyo non sia più in carica da un anno e mezzo e l’ambasciatore italiano abbia già negato di aver rilasciato tale intervista) e falsità facilmente smascherabili. Il solito bimbo a caccia di scoop che si trattiene a Malindi una settimana, parla con un beach boy sulla spiaggia e si inventa i festini, le ville “blindate” (pensate che invece in Kenya per legge la polizia non ha bisogno di mandato di perquisizione per entrare in una casa privata) e una cittadina stile Fortaleza o Phuket con i bimbi a prostituirsi in mezzo alla strada. Ma questa volta l’articolo è criminale, e potrebbe sortire l’effetto indesiderato di vedersi arrivare a Malindi gli amici di Bonini stesso. Chi vive a Malindi e vi trascorre mesi all’anno sa bene che non è così e che il fenomeno della pedofilia può essere tranquillamente rapportato a ogni località turistica del mondo come Malindi. Fa specie questo facile accanimento contro Malindi a suon di luoghi comuni. Siccome c’è turismo sessuale allora c’è pedofilia. Ma siete mai stati in Brasile o Thailandia? Avete presente la realtà delle favelas e quella dei bordelli di Bangkok o Cambogiani? Malindi non ha meno pedofili di Riccione o Rapallo. Mi spiace, Bonini, hai sbagliato e te ne accorgerai molto presto.

Il 9 Settembre 2008 alle 12:38 pippovero ha scritto:

Dopo oltre 7 anni da residente e più di 10 da turista, non ho mai letto così tante inesattezze, infondatezze, numeri e dati vecchi di anni. Giornalista approssimativo, deleterio. Io a Malindi continuo ad andarci perché, per fortuna, conosco il paese. Come per Alberizzi del Corriere della Sera, avete perso un cliente.


lunedì 8 settembre 2008

A ognuno il suo...

Tratto da Esterrefatti

05.09.08.

Lo sport dei poveri. Un milione di $ = 70 milioni di Khs = 700 mila euro, è quello che la ragazza 18nne, dalle parti di Eldoret, ha vinto ieri pomeriggio nella gara del Golden League a Zurigo. Pamela Jelimo (il razzo di Kapsabet) ha appena vinto la medaglia d'oro negli 800 metri alle olimpiadi. Di famiglia poverissima che vive in abitazioni semi permanenti in un povero villaggio, con la madre di otto figli, abbandonata dal marito e allevata dal nonno. Durante le olimpiadi stentavano a vedere le gare, sul piccolo televisore quasi sempre con la batteria scarica. Per la gara degli 800 metri rischiavano di non vederla a vincere. Per fortuna un trattore agricolo di passaggio offriva l'uso della batteria. Il nonno ha promesso di regalare una gallina alla nipote non appena ritorna al villaggio.

Lo sport dei ricchi. Incollati alle poltrone sono nove i parlamentari, tra i quali tre ministri del governo, denunciati di corruzione, furto, appropriazione illegale di terreni e incitamento alla violenza elettorale. I tre ministri sono: il vice premier Mudavadi, il ministro dell'Agricoltura Rutto e quello dell'educazione Ongeri querelati dalla "Commissione Anti Corruzione" Benché esista un codice di condotta per i membri del governo, parlamentari, magistrati ecc nessuno dei sopra nominati si sogna di dimettersi per facilitare le indagini.

A cura di Geofer.

domenica 7 settembre 2008

W l'ambasciatore!


10 giorni.. tanti ne sono passati dal mio ultimo post che riguardava la vicenda della condanna di un italiano di 74 anni condannato di pedofilia.... ci ho pensato molto prima di pubblicare quel post: e' giusto o non e' giusto?

Qui a Malindi stiamo tutti cercando di risollevarci dalla batosta di inizio anno... in fondo di pubblicità negativa ne abbiamo avuta abbastanza.

Ma d'altro canto far finta di niente e nascondersi i problemi credo che ci renda ancora più deboli e vulnerabili agli attacchi di stupidi giornalisti in cerca di scoop.. come quello uscito oggi su su panorama.it a firma di Senio Bonini.

In mezzo alla montagna di immondizia che che trabocca dal pezzo, vorrei riportare le belle parole del nostro ambasciatore "Pierandrea Magistrati" sulla nostra comunità: "Non lo possiamo nascondere, la situazione a Malindi è preoccupante. Più fonti in nostro possesso confermano quanto avete raccolto sul campo in queste settimane, per questo bisogna affrontare seriamente il problema. Dobbiamo promuovere un’efficace azione di cooperazione internazionale del nostro ministero degli Esteri”.