venerdì 31 ottobre 2008

Come intascare milioni di dollari senza essere un tiranno


Oggi voglio segnalare questo bellissimo articolo di Anna Bono, tratto da L'Occidentale che abbino ad una mia foto: "The leader"



Come intascare milioni di dollari senza essere un tiranno

di Anna Bono
30 Ottobre 2008

Ogni anno i governanti più virtuosi del continente nero vincono un premio. 5 milioni di dollari e un vitalizio di altri 200.000. Basteranno per non rapinare il proprio Paese? E che bisogno c'è di sprecare questa montagna di soldi?

Supponiamo che Bill Gates decida di istituire un premio riservato agli ex capi di stato e ai primi ministri occidentali che abbiano ben governato e che abbiano accettato di uscire di scena, dopo una sconfitta elettorale, senza usare la forza per cercare di restare al potere. Gates ovviamente può farne quel che vuole dei suoi soldi ben guadagnati, ma tutti giudicherebbero a dir poco singolare una simile iniziativa: buona amministrazione e rispetto della volontà popolare è quel che ci si aspetta dai politici.

Eppure un premio del genere esiste: non per i leader occidentali, ma per quelli africani. Si tratta del Prize for Achievement in African Leadership, viene assegnato una volta all’anno da una fondazione creata da Mo Ibrahim, un ricchissimo sudanese che ha fatto fortuna con la telefonia mobile, e consiste in ben cinque milioni di dollari, consegnati nell’arco di 10 anni, e in un vitalizio annuo di 200.000 dollari: in sostanza, una buona uscita e una pensione più che invidiabili, tanto più per chi abita in paesi nei quali basta infinitamente meno per vivere in agiatezza.

Per il 2008, alla sua seconda edizione, il premio Mo Ibrahim è stato vinto dall’ex presidente del Botswana Festus Mogae, il cui mandato è scaduto lo scorso aprile. Nel 2007 era stato attribuito a Joaquim Chissano, presidente del Mozambico dal 1986 al 2005. L’idea è che i leader africani si attaccano al potere – ricorrendo se necessario ai brogli e alla forza per conservarlo – e durante il loro mandato si appropriano di tutto il denaro pubblico su cui riescono a mettere le mani perché non desiderano rinunciare al sontuoso tenore di vita garantito dalla carica ricoperta. Il premio al buon governo dovrebbe quindi indurli a comportarsi meglio.

Mo Ibrahim non tiene conto del fatto che in verità i capi di stato africani alla loro pensione ci pensano da soli, spesso con ottimi risultati. Daniel arap Moi, ad esempio, presidente del Kenya dal 1978 al 2002, ha contrattato la propria rinuncia a un’ulteriore candidatura ottenendo condizioni di pensionamento eccellenti: lo stato kenyano gli corrisponde l’80 per cento dell’ultimo stipendio percepito, gli provvede e mantiene sei automobili (tra le quali due limousines), sette autisti, 34 dipendenti, nove guardie del corpo, tre cuochi e due governanti, una casa con 12 camere da letto, piscina, palestra, campo da tennis e sauna, inoltre paga le cure mediche per lui e per i suoi familiari e tutti i viaggi interni e all’estero… per finire, alla sua morte celebrerà funerali di stato. Tuttavia, per essersi messo da parte senza scatenare una guerra civile come invece ha fatto il suo successore Mwai Kibaki in occasione delle elezioni generali del dicembre 2007, Moi potrebbe essere uno dei prossimi leader premiati.

Peraltro anche il presidente Kibaki proprio in questi giorni ha ricevuto un ambito riconoscimento. Insieme all’ex capo dell’opposizione Raila Odinga, ora primo ministro, e a Kofi Annan che ha svolto il ruolo di mediatore nei negoziati tra i due, è stato insignito di una laurea ad honorem in giurisprudenza dall’Università di Nairobi per l’accordo firmato a marzo in virtù del quale i due leader si sono spartiti tutto l’apparato statale, moltiplicando uffici e cariche per far posto all’opposizione senza sacrificare il partito di governo. Le tre lauree “premiano la nostra determinazione ad assicurare pace e prosperità al Kenya” ha commentato il presidente Kibaki durante la cerimonia. Eppure, come si ricorderà, i brogli elettorali di Kibaki per conservare il potere e l’istigazione alla rivolta di Odinga per sottrarglielo hanno scatenato la violenza dei rispettivi sostenitori che ha paralizzato il paese per settimane con danni economici enormi, 1.500 morti accertati e circa 250.000 gli sfollati.

Una parte degli sfollati tuttora attendono aiuto avendo perso casa e lavoro a causa dei disordini. Nel frattempo un tempestivo provvedimento governativo ha colmato una lacuna accordando degli appannaggi ai coniugi delle principali cariche politiche: il più cospicuo, di 5.000 euro, va alla moglie del presidente Kibaki, una cifra astronomica per la maggior parte dei kenyani che, per inciso, alla fine della loro vita lavorativa per lo più non riceveranno né buonuscita né pensione e potranno contare solo sui figli e sull’assistenza fornita dalla cooperazione internazionale per sopravvivere.

martedì 28 ottobre 2008

Fumi? Boh!

Ma insomma si può fumare nei luoghi pubblici o no?

Una legge del Kenya entrata in vigore a luglio lo vieta in maniera assoluta.

Alcune regole comunali hanno pero' permesso ai locali pubblici di creare delle apposite aree fumatori, creando cosi' confusione e occasioni per i solerti poliziotti kenioti per distribuire multe e comparizioni davanti al giudice.

Adesso la discussione si e' riaperta... il ministro ci ripensa e dopo essere stato affumicato da un camion senza marmitta di passaggio ha pensato che in fondo in fondo per la strada ognuno e' libero di fumarsi una sigaretta, ma i governi comunali non sempre ci stanno, in quanto vedono andare letteralmente in fumo una potenziale fonte di arrotondamento dei miseri stipendi governativi...

Chi ci vuole provare puo' tentare di interpretare come stanno le cose dai seguenti articoli:
allafrica.com
Business daily 1
Business daily 2
io non sono riuscito francamente ad arrivare ad una conclusione certa.

lunedì 27 ottobre 2008

Surprise: una mia foto


Non mi va di raccontare fatti di italiani che si sono persi a 500km di distanza di Malindi, dopo che erano usciti di casa per andare al bar a bere un cappuccino...

Preferisco presentare una mia foto, che ritengo molto più rappresentativa del Kenya e di Malindi.

lunedì 20 ottobre 2008

Retidamare


E' nota ormai la storia della balena e del suo cucciolo rimasti intrappolati in una rete da pesca e poi salvati dal coraggio di due sub italiani.

Come riporta il portale Malindikenya.net i due sfortunati cetacei sono passati dalla rete da pesca alla grande rete mondiale.

Tutti contenti tranne (a quanto dice la rete televisiva KBC) i pescatori che sembra ci abbiano rimesso il valore della rete da pesca che e' stato necessario tagliare, pari a circa mezzo milione di scellini (5.000 euro).

sabato 18 ottobre 2008

Kibaki, Odinga e Annan, premiati per gli accordi di pace...

Ci misero due mesi per stringersi la mano... e mentre 1500 persone morivano e centinaia di migliaia erano costrette a scappare dalle loro terre, loro cercavano gli accordi di pace in una segreta località dello Tsavo.

Il 16 ottobre, i tre moschettieri della democrazia, coloro che hanno dimostrato senza ombra di dubbio che le elezioni sono solo una perdita di tempo (per gli elettori non per loro) e vite umane, hanno ricevuto un premio per la pace.

A quando il Nobel?

Che aereoporto grande che hai... e' per accoglierti meglio Baracchino mio!


Mentre a Malindi non e' chiaro se, dove, come e quando verrà' rifatto l'aeroporto al fine di renderlo adatto all'atterraggio dei grandi aerei intercontinentali e dare cosi' un impulso decisivo al turismo, nell'interno del paese alcuni parlamentari in preda a qualche birra "Obama" di troppo pensano di ristrutturare e ampliare l'aeroporto di Kisumu, in modo da permettere all'aereo presidenziale degli Stati Uniti, il cosiddetto "AIR FORCE ONE", di atterrare...

Giusto nel caso Baracchino volesse andare a trovare la nonnina.

martedì 14 ottobre 2008

Obamammamia!


Ultimissimi pettegolezzi sul candidato democratico alla casa bianca Barak Obama: cittadino americano, nato in territorio americano (nelle Hawaai) e quindi legittimamente abilitato a candidarsi come presidente della nazione piu' influente del mondo (o che almeno fa venire l'influenza alle altre nazioni nel caso starnutisse qualche mutuo indigesto).

Stando a quanto si legge in rete su altri blog ad esempio qui o qui, la nonna paterna di Barak, naturalmente orgogliosissima del successo del nipote, sembra abbia avuto a dichiarare che Baracchino (come lo chiama lei) sia nato in Kenya, e che anzi lei fosse presente di persona al parto!

La nonnina naturalmente non immagina minimamente che un requisito fondamentale per candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti D'America sia quello di essere nato in territorio americano...

venerdì 10 ottobre 2008

Moi Day


Oggi in Kenya e' festa nazionale, si festeggia il MOI DAY, ovvero la giornata dedicata al secondo presidente del Kenya: Daniel Toroitich Arap Moi, nato nel 1924 ed in carica dal 1978 al 2002, ancora in vita e politicamente attivo...

Il Kenya dall'indipendenza ha avuto solo tre presidenti: Jomo Kenyatta, Arap Moi e Mwai Kibaki e in fondo e' meglio cosi'... visto che ognuno vuole la sua giornata commemorativa...

mercoledì 8 ottobre 2008

Il Kenya fa campagna elettorale per Mc Cain


Cacciato via! Il Kenya mostra i muscoli...

questo si legge nella prima pagina dello Standard di oggi.

La notizia più importante della giornata in Kenya e' l'arresto dello scrittore americano Jerome Corsi autore del libro "The Obama Nation" fortemente critico nei confronti di Barak Obama attuale eroe nazionale del Kenya candidato democratico americano alla casa bianca:

Jerome e' stato prelevato dalla sua camera d'albergo poco prima che potesse tenere la prevista presentazione del suo libro, regolarmente presente nelle librerie di Nairobi.

E' stato arrestato dagli ufficiali dell'ufficio immigrazione, in quanto aveva un visto turistico e pertanto non poteva lavorare in territorio keniota... suscitando un grande clamore negli Stati Uniti, dove praticamente tutti i giornali riportano la notizia in prima pagina, sotto l'argomento "elezioni 2008".

Quindi mentre il figlio prediletto della nazione keniota vinceva il confronto in diretta in TV con Mc Cain ipotecando la vittoria finale, la sua "madre patria" gli metteva i bastoni tra le ruote arrestando ed espellendo un cittadino americano con una scusa qualsiasi per le sue idee politiche avverse al figliol prodigo, e quindi andando contro tutte le idee democratiche di liberta' di espressione su cui (almeno apparentemente) si fonda la nazione americana.

Un pasticcio alla keniota insomma, in un momento delicatissimo della campagna elettorale americana, ad un mese dalle elezioni... se fossi Barak mi incazzerei non poco...

Per approfondire:
Il Messaggero
Los angeles times

giovedì 2 ottobre 2008

Malindi El Sheik

Il faccione ritratto nella foto a lato appartiene a Mr Omingo Magara, assistente del ministro del commercio e dell'industria.

Mr Magara era al seguito del Ministro del Turismo Balala durante la visita in Italia in occasione della Kenya Week tenutasi nei giorni scorsi alla loggia dei mercanti a Milano.

Sembrerebbe che Mr Magara durante la sua visita in Italia, nella giornata di ieri abbia affermato che il governo keniota non reclamerà tasse per gli investitori italiani che volessero venire ad investire in kenya per i primi 10 anni, allo scopo di facilitare l'avviamento dell'iniziativa imprenditoriale e facilitare il recupero dei capitali.

In particolare ha citato la costruzione di nuove ville in Malindi come un'area dove gli investitori italiani dovrebbero investire. "Invitiamo gli italiani a costruire ville a Malindi".

Speriamo che la mente di Mr Magara non fosse semplicemente stata annebbiata da qualche bicchiere di quello buono di troppo...

La notizia è riportata dal Nation

mercoledì 1 ottobre 2008

Lettera aperta di Ugo Troiani alla comunita' italiana di Malindi

Cari amici,

in questo momento mi trovo in Italia, ma sto ugualmente seguendo la vicenda riguardante Medardo Caretta, dovrei inventare parole nuove per definire lo schifo che ha portato alla sua condanna. L’innocenza di Caretta è fuori discussione.

Per esperienza so per certo che la comunità italiana avrà già giudicato e condannato Caretta senza sapere come stanno realmente le cose, purtroppo siamo fatti così, ci buttiamo il fango addosso senza pensarci due volte, su questo siamo imbattibili.

Vorrei spendere due parole riguardo alla nuova organizzazione Malindi & Watamu Tourism and Welfare Group (MWTWG), che si sta attivando per dare nuovo slancio al turismo e riportare gli italiani in Kenya.

Vorrei far osservare che c’è anche un grandissimo impegno promosso da questa organizzazione, per la raccolta di firme e far causa a Senio Bonini e Panorama, iniziativa che non porterà da nessuna parte se non a riportare a galla la cattiva pubblicità su Malindi. Invece neanche una parola sulle angherie subite dal Caretta che sta morendo in carcere a Mombasa. Forse la suddetta organizzazione con la sua forza potrebbe fare qualcosa, per esempio forzare la mano a Balala, facendo notare che se la cosa diventerà di dominio pubblico sarà certamente un danno per il turismo, o no? E perché addirittura non ricattarlo riferendo che altrimenti la notizia sui media italiani la portiamo noi?

Anche il portale MalindiKenya non si spreca poi tanto nel dare spazio alla vicenda, insomma voglio far notare che alla fine saremo tutti colpevoli se non tireremo fuori dal carcere il connazionale prima che muoia.

Per vostra opportuna conoscenza vi trascrivo uno stralcio di quanto pubblicato dal Correre della sera in merito alla faccenda:

“Una vicenda assurda che va però inquadrata nelle generale situazione che i cittadini italiani che si trovano a Malindi stanno vivendo in questi ultimi anni. Anche l’avvocato cuneese Gianni Vercellotti parla di una situazione insostenibile e dell’intenzione di vendere la propria casa di Malindi “E’ vero – ci racconta ancora Daniela – confermo quello che dice l’avvocato Vercellotti: tutti gli stranieri vivono in allerta. In qualsiasi momento, e senza alcuna ragione, possiamo essere fermati e sottoposti a richieste di denaro per evitare denunce e guai di vario genere. Anche i rapporti con gli abitanti sono fortemente condizionati dalla paura di essere ricattati o denunciati; non puoi dare un passaggio in auto a nessuno, ma anche la stessa elemosina ai bambini può essere pericolosa. E’ il tragico caso di mio padre”.

Come potrete capire la gente inizia ad avere paura e se dilaga avremo voglia a far pubblicità per attirare i turisti!

Ritengo che sia arrivato il momento di far la voce grossa con le autorità keniote, non possiamo accettare supinamente tutto quello che ci fanno e colgo l’occasione per ricordarvi anche quello che è accaduto ad Angelo Ricci e sua moglie.

Un caro saluto.

Ugo Troiani

P.S. Come diceva Bertold Breck: Vennero a prendere gli ebrei e io non mi preoccupai, perché non ero ebreo, poi presero i comunisti e io non me la presi perché non ero comunista, poi presero gli zingari , ma io non ero zingaro, alla fine vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno per protestare...., a buon inteditor poche parole.