mercoledì 2 gennaio 2008

Gli aiuti al Kenya

In questi giorni tutti i giornali sono pieni delle notizie del disastro Keniota.


E' un disastro enorme sotto tutti i punti di vista.


Umanitario prima di tutto. Il Kenya e' una nazione giovane, fatta per la maggior parte da gente giovane, che subito si infiamma.


Era prevedibile che in una elezione generale cosi' incerta fino all'ultimo ci sarebbero stati tafferugli alla proclamazione del vincitore.


I tafferugli si sono trasformati in gravissimi incidenti nel momento in cui si e' svelato il "risultato a sorpresa" dell'ultimo minuto: dopo 4 giorni di passione nell'attesa dei risultati finali che non arrivavano, e che fino ad allora erano stati generalmente favorevoli a Raila Odinga, il Presidente Mwai Kibaki con un arrivo al fotofinish degno dei peggiori film di Hollywood viene proclamato presidente con uno scarto ridottissimo e si affretta a giurare dopo neanche 5 minuti dalla proclamazione.


Chissà perché alla maggior parte degli italiani che seguivano le elezioni, i primi sospetti che avrebbe vinto il presidente con un colpo di coda finale erano venuti nel momento stesso in cui i risultati elettorali, dopo essere pervenuti regolarmente per tutto il 27 facendo prevedere una vittoria nettissima del leader dell'opposizione, hanno cominciato ed arrivare con stranissimi ritardi.


Cosa sia costato al Kenya questo finale a sorpresa, lo stiamo vedendo tutti.


In secondo luogo e' un disastro economico. Il turismo ne soffrirà certamente per lungo tempo. Il Kenya ha nella voce "turismo" una delle principali fonti di introito.


Il Kenya e' una nazione che da questo punto di vista offre tutto: un clima perfetto praticamente tutto l'anno, un mare da favola, i parchi con gli animali, una ospitalità della gente fantastica e la riscoperta dei valori autentici della vita, specialmente nei rapporti umani.


Purtroppo già il giorno 19 ottobre 2007 avevo scritto nel mio blog Mal di Malindi, che la scelta di fare le elezioni a dicembre era certamente una scelta infelice per il turismo, esprimendo una preoccupazione già serpeggiante in tutti i residenti a Malindi.


Così in colpo solo pur di mantenere il potere, un signore che guadagnava più dei suoi colleghi americani e inglese ha fatto un disastro umanitario ed economico.


Speriamo che passi al più presto, ma per risollevarsi il Kenya avrà certamente bisogno dell'aiuto anche dell'Italia.


Un aiuto dall'Italia che si dovrebbe esprimere anche non affossando del tutto il settore del turismo.


Vanno bene gli aiuti internazionali che verranno, ma bisogna incentivare anche il lavoro di quegli imprenditori che investendo nel turismo in Kenya, fanno girare l'economia dando posti di lavoro a tante famiglie del paese.


Anche questo aiuterà il Kenya e speriamo che i giornalisti e la Farnesina lo capiscano presto.

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NiK