giovedì 3 luglio 2008

Canova, Connor, Kiplagat e i cinesi.

Ricevo e pubblico volentieri questa email dell'amico Giorgio Ferro


Caro Niko,

Che piacere trovare una storia "dalle mie parti" sul blog Mal di Malindi del 29 giugno '08, che ho appena letto. Infatti lo "navigo" quasi tutti i giorni, quando vado in cittá.

Conosco tutta la gente di cui sopra che abitano in un raggio di 50 km da casa mia. Sono sicuro che i tuoi lettori sapranno prendere per quel che vale il reportage della stampa cinese sulle vicende dell'atletica in Kenya. In vista delle imminenti Olimpiadi ci aspettiamo delle storie meno "divertenti" di quella del "prete" o "monsignore" italiano in prigione per aver criticato la preparazione atletica dei nostri bravi corridori.

Conosco Renato Canova-un conterraneo-da 10 anni. Non è un "prete" o tantomeno un "monsignore" ma un allenatore d'atletica leggera e una personalità nell'ambiente dell'atletica mondiale (IAAF)

Abita e opera ad Iten, una cittadina che dista 41 km da Eldoret e quindi praticamente un vicino di casa. Ci vediamo ogni tanto in cittá, e ci telefoniamo sovente.

Gli ho parlato ieri a casa sua, continua a lavorare come il solito, non è stato in prigione e non è agli arresti. Il 15 settembre dovrá comparire in tribunale per far accertare la sua posizione legale, vis a vis le grottesche accuse di Kiplagat. Non si puó lavorare in Kenya per 10 anni, in un settore cosí manifesto come l'atletica, senza avere le carte in regola.

Renato Canova e prima di lui il leggendario dott. Gabriele Rosa, sono stimatissimi in tutto l'ambiente sportivo e dalla popolazione locale. Sotto la loro cura sono stati portati sulla scena mondiale diecine di giovani kenyani che hanno raggiunto fama sportiva e ricchezza. La cittá di Eldoret vi ha guadagnato fortemente. Sono stati eretti diecine di edifici commerciali e residenze di lusso con i soldi degli atleti allenati dagli italiani.

Cosa c'entra Kiplagat, il segretario generale della Kenya Athletics Association? Da anni, livido di invidia, ha condotto una campagna di ostilità contro gli allenatori e agenti italiani, basata unicamente sul fatto che i successi degli atleti locali ha portato loro fama e fortuna che non hanno condiviso con l'associazione che lui dirige.

Forse questa è una delle ragioni che ha portato l'organizzazione sportiva Rosa Associates di Brescia a spostarsi in Ethiopia, senza tuttavia aver abbandonato il Kenya completamente.

Questo è l'unico "successo" finora ottenuto da Kiplagat a spese dei giovani keniani. Ora cerca di duplicarlo con Renato Canova.

Come hanno fatto i cinesi a conoscere il "monsignore" o "prete" italiano ad Iten? Facilissimo in Kenya per chi non parla il cinese.

A cira 500 metri dall'abitazione di Canova esiste la scuola cattolica di Saint Patrick Sec. School, diretta dai missionari irlandesi, uno dei quali si chiama Bro. Colm Connor, un fratello laico, lontanissimo da essere un prete o un monsignore.

Da anni, prima ancora dell'arrivo di Rosa o Canova, il fratello Connor ha allenato con successo degli atleti locali, preferibilmente ragazze, che hanno raggiunto numerosi successi anche in campo internazionale. Ora continua ad insegnare e a scrivere articoli sull'atletica keniana.

Che i cinesi abbiano confuso Connor con Canova? É possibile dato che Bro. Connor gioca al golf nel circolo di Eldoret dove risiedono una diecina di cinesi impegnati nelle costruzione della strada Nakuru - Timboroa. È possibile che sui campi di golf d'Eldoret, il missionario irlandese Connor di Iten sia diventato il monsignore italiano Canova pure di Iten? Possibilissimo date le differenze culturali / linguistiche tra i partecipanti alla partita.

Si aspettano con interesse i reportages d'atletica da Pechino il mese prossimo.

Un caro saluto,

Giorgio Ferro.

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