domenica 30 settembre 2007

Please call me back


Beh insomma, non so se per gli altri residenti italiani a Malindi è lo stesso ma a me le cosiddette "missed calls" o "flash" come le chiamano qui, sono sempre state sulle palle. Cosa è un flash? E' quando uno chiama un numero e mette giù prima che il chiamato abbia il tempo di rispondere così da farsi richiamare per evitare di spendere il proprio credito telefonico. Beh sembra che sia un fenomeno molto comune un po' in tutta l'Africa che ha anche le proprie regole come ad esempio mai flashare uno più povero di te o qualcuno a cui si vorrebbe chiedere un favore (e chissà come mai quest'ultima regola con me viene spesso disattesa). Gli operatori naturalmente stanno scervellandosi per cercare un modo per trarne comunque un profitto. Per chi vuole saperne di più consiglio questo articolo della Reuters

Il collegamento mancante


Quando arrivai in Kenya più di tre anni fa mi resi subito conto che la situazione per ciò che concerne il "digital divide" era drammatica. Il collegamento ad internet era lentissimo ma soprattutto costosissimo. In Italia un collegamento veloce ADSL poteva costare 30 euro al mese, tutto compreso. In Kenya un abbonamento 1000 volte più lento costava a conti fatti più di 100 volte tanto di solo abbonamento e a questo andavano aggiunti i costi della telefonata urbana (costosissima anch'essa).
Per questo motivo quando leggevo in internet della lodevole iniziativa (one laptop per child) di Nicholas Negroponte un po' mi veniva da ridere. Negroponte si propone di combattere il problema dell'informatizzazione dei paesi in via di sviluppo vendendo un laptop a basso costo, con sistema operativo linux (esente da licenze commerciali), che addirittura ha una batteria che si ricarica con una manovella per meno di 100$. Questi almeno erano i suoi obiettivi iniziali ma credo che il prezzo sia leggermente lievitato anche se rimane comunque un prezzo "accessibile". E infatti sta avendo un buon successo in diversi paesi in via di sviluppo. Ed io mi son sempre chiesto: come la mettiamo con i costi della connettività? Credo che un progetto di informatizzazione di questi paesi non possa prescindere dal considerare la connessione ad internet: chi la paga se costa come in Kenya? In effetti però il progetto di Negroponte al momento coinvolge solo Thailandia, India e Cina... dove la connessione ad internet evidentemente costa meno o non è un gran problema.
Ho da poco scoperto dov'era l'inghippo, l'anello mancante anzi il "collegamento mancante". Infatti se uno va a guardare la mappa dei collegamenti telematici a livello mondiale (si può vedere qui) scopre che tutta l'Africa orientale non ha nessun allacciamento con la rete informatica globale, nessun collegamento con internet insomma.
Della cosa se ne è accorta anche la Banca Mondiale che ha lanciato un programma che si chiama The Africa Regional Communications Infrastructure Program o RCIP che si propone appunto di far fronte al missing link come viene appunto chiamato. Il programma prevede un investimento di 165,5 milioni di dollari in Kenya, Burundi e in Madagascar. Una buona parte di questi (114,4 milioni) sono destinati al Kenya.
Che dire... fosse che fosse la volta buona?

sabato 29 settembre 2007

L'autostrada Malindi-Mombasa

Ieri scrivevo del potenziale dei nuovi media, in particolare per i paesi in via di sviluppo come il Kenya. Oggi nel mio girovagare in internet mi sono imbattuto in questo articolo, e vorrei fare qualche considerazione.
Uno dei post del mio primo blog, riguardava proprio la "autostrada" Malindi-Maombasa, e venne pubblicato anche dal giornale "Out of Italy". Chiamare "autostrada" quella che per noi potrebbe essere considerata tuttalpiu' una stretta strada di campagna, (se fosse almeno asfaltata si intende) e' secondo me dovuto al fatto che gli stessi politici Kenioti ne comprendono benissimo l'importanza, e non "potendo" con i mezzi a loro disposizione farne una migliore, la hanno perlomeno battezzata per quello che in realta' avrebbe dovuto essere per sostenere l'economia di Malindi. E cosi' i giornali Kenioti il "Nation" e lo "Standard", quando vi si riferiscono la chiamano "Highway Malindi-Mombasa").

Tant'e' che quando tra italiani ci si lamenta delle condizioni della strada dopo un po' il dubbio sorge... ma non e' che forse i nostri "standard" sono effettivamente troppo alti per questo paese? E pero' in cuor nostro sappiamo che noi ci accontenteremmo perlomeno di una "strada"... nulla di esagerato. E poi basta andare a Nairobi per rendersi conto che volendo le strade belle le sanno fare anche in Kenya, volere e potere diceva qualcuno. O forse considerando che si parla di Nairobi, la capitale, dovremmo dire: volere del potere.

Spesso mi sono sentito a disagio nel parlarne con qualche amico keniota, mi sentivo rispondere che mi lamentavo sempre solo delle cose negative, che non guardavo gli aspetti positivi del paese. La sensazione che pero' qualche cosa stesse cambiando anche nelle loro percezioni l'ho avuta un paio di mesi fa quando una mia amica del Rotary club di Kilifi mi ha raccontato che erano venuti a trovarla degli amici dall'america. Quando sono arrivati si sono lamentati con lei perche' a loro dire l'autista invece di prendere l'autostrada aveva fatto una strada secondaria pessima. Insomma erano piu' neri dell'autista stesso che invece li assicurava che la strada era giusta, ma loro non si sono calmati fino a quando, con loro grande stupore, lei stessa li ha rassicurati che si, l'autostrada era proprio quella.

E adesso in rete compare un articolo scritto da una Keniota che riassume praticamente tutte le argomentazioni che noi europei abitualmente mettiamo in campo quando parliamo dell'importanza di questa strada, in particolare per il turismo che e' il motore trainante dell'economia malindina.

Vorrei abbozzare una traduzione di qualche passo dell'articolo:

"Rasna Warah
Nairobi 10 settembre 2007

Per quanto possa simpatizzare con il mio collega Macharia Gaitho che si lamenta circa le pessime condizioni delle strade nei dintorni della parte occidentale di Nairobi, lo sfido a prendere la autostrada Mombasa-Malindi affinche' si possa davvero rendere conto su cosa significhi una strada in cattive condizioni.
Questa striscia di 120 kilometri di quello che una volta era una strada asfaltata che collega il resto della nazione con la parte nord della costa del Kenya e oltre fino a Lamu e la Somalia ha piu' crateri di quanti ne abbia la luna.
Ho cominciato a contare le buche subito dopo Mtwapa a nord di Mombasa quando la macchina inh cui mi trovavo ha cominciato ad arrancare ad una velocita' di circa 20km/h - ma ho perso il conto a circa 4.963. Allora ho fatto un calcolo veloce. C'era almeno una buca, anzi tre, ogni 10 metri, cioe' almeno 10.000 buche nei 100.000 metri da Mtwapa a Watamu, un record, ne sono certa, per qualsiasi standard.(...)
I turisti non possono godersi i nostri litorali assolati se non ci sono strade che li portino li o almeno un aeroporto dove atterrare. La citta' di malindi, che ha un grande potenziale turistico, e ha gia' una fiorente industria turistica sviluppata, e una favolosa cucina italiana, potrebbe essere una destinazione turistica principe per coloro che cercano una vacanza piacevole lontano da destinazioni piu' affollate come Mombasa."

Mi dicono che la situazione della strada in questi giorni e' un po' migliorata, che hanno riempito un po' di buche, comunque con queste pioggie se non si rifa' completamente l'asfalto, credo che durera' veramente molto poco.

Nik

Mal di Malindi

Questo è il primo post del mio secondo Blog, a più di due anni dal mio primo tentativo (e scusate il "pasticcio" tra "primi" e "secondi").

Nonostante il nome però, non sarà un Blog su Malindi, o esclusivamente su Malindi.

Era già da un po' che mi stuzzicava l'idea di ripubblicare un Blog, che è nelle sue diverse varianti la più grande rivoluzione che ha portato Internet. Una rivoluzione la cui portata credo non sia ancora stata capita dalla maggior parte delle persone comuni. Meno che mai in Africa e in Kenya naturalmente: in questi anni africani sto avendo modo di sperimentare il digital divide sulla mia pelle.

In Italia ce ne stiamo accorgendo adesso grazie a Beppe Grillo, ma i Blog a mio avviso diventeranno uno strumento di comunicazione globale e veramente democratico, che affiancheranno e sostituiranno alcuni tra i media tradizionali.

E sicuramente questo era il giorno ideale per iniziare e impostare il tutto: per scegliere il sito (al momento Blogger, parte dell'universo google), scegliere il nome e creare il titolo con un programma di grafica.

Infatti piove ininterrottamente da questa mattina alle 8, non che in Kenya in questo periodo non ci si aspetti un po' di pioggia, ma oggi ha veramente esagerato, specialmente se si tiene conto che quest'anno di pioggia ce ne è stata già moltissima...

Chiudo questo post di apertura augurando una buona lettura a tutti quelli che capiteranno da queste parti e vorranno lasciare qualche commento, mentre per quello che mi riguarda mi auguro di essere più costante di quanto non sia stato due anni fa.

Un saluto a tutti
Nik