venerdì 4 gennaio 2008

Forma mentis all'africana


Un amico anonimo ha lasciato un commento ad un mio post di qualche tempo fa.

Lo riporto di seguito perche' ha scatenato nella mia mente una serie di "considerazioni a catena".

"Guardo la fotografia delle voragini dell' "AUTOSTRADA" Malindi Mombasa e mi si stringe il cuore.Penso ai soldi spesi per il ponte e a quelli che sarebbe costata la semplice manutenzione dell'asfalto.E mentre scrivo questa frase mi rendo conto che sto pensando all'occidentale, con la forma mentis italiana, leggiù è Africa.. questi pensieri non hanno valore. Così come non ha valore il ricordo di quella volta che, volendo portare laggiù materiali scolastici per i bambini, alla dogana venimmo perquisiti e tutto il materiale venne sequestrato perchè proibito da una non ben precisata legge Keniota. In realtà sarebbe bastato corrompere i doganieri per far passare tutto , proprio come avevo fatto tante volte per farmi rinnovare il visto turistico, oppure per non pagare improbabili contravvenzioni al codice della strada.Quella è Africa,l'Europa è lontana,lontanissima,qui i ciechi si chiamano "non vedenti" la musica si compra nei negozi e le autostrade sono a quattro corsie senza buchi e i bambini hanno i libri gratis."

Caro amico ti do una buona notizia: la strada era stata riparata in vista delle infauste elezioni del 27 dicembre 2007.

Autostrada certo non era diventata, ma per chi si era abituato all'incubo che era stata per troppi mesi tra il 2006 e il 2007 sembrava velluto. Per troppo tempo quella "autostrada" aveva scoraggiato i turisti, ed adesso finalmente almeno questo problema sembrava risolto.

E poi le elezioni sono finalmente arrivate... a Dicembre... qualcuno dice che ci vorranno almeno sei mesi perché l'industria turistica si possa risollevare dalla batosta che le ha dato quel grande statista di Kibaki, che a questo punto, verrebbe ironicamente da dire, si poteva tranquillamente risparmiare la spesa della risistemazione dell' "autostrada".

L'industria del turismo ha fatto guadagnare al Kenya 944 milioni di dollari nel 2007, facendo segnare un buon incremento dal 2006 che aveva fatto segnare entrate per 881 milioni di dollari.

Tornando all'attualità, oggi sembrerebbe che non ci siano stati scontri e che gli animi si vadano calmando.

Ma quanto sono costate al Kenya queste elezioni? Si parla di 300 morti, 100.000 sfollati, un numero imprecisato di abitazioni ed esercizi commerciali bruciati. Ieri al porto di Mombasa si erano accumulati più di 15.000 container... se tutto finisse domani, ci vorrebbe sicuramente un mese perché l'economia riparta.

Se tutto finisse domani...

Ieri pero' Kibaki ha dichiarato nella sua immensa saggezza che se l'opposizione organizzerà la manifestazione dell'8 gennaio assaggerà la forza della polizia.. la polizia...

L'anonimo amico autore del commento dice che e' una questione di "forma mentis". Mi trova perfettamente d'accordo! Io ho smesso di pensare che si possa cambiare la testa ai kenioti (inteso come popolo) già da qualche anno.

Ieri commentando quanto sta accadendo con un keniota indiano proprietario di un bel negozio in città gli ho detto "Certo che un qualsiasi capo di stato occidentale, se avesse visto che a causa della sua elezione fossero scoppiati incidenti tali nella nazione che lui dice di rappresentare, da causare 300 morti, si sarebbe sicuramente al minimo dimesso" e lui mi ha dato la risposta più odiosa che poteva darmi, quella che mi sono sentito ripetere troppe volte da kenioti e italiani ormai conformati a questa "forma mentis": "si ma qui siamo in Africa".

Quando mi dicono cosi' mi sale una rabbia dentro da farmi arrossare gli occhi e penso tra me e me "ma che cazzo vuol dire che siamo in Africa? Questa litania viene ripetuta come scusa e giustificazione di tutte le schifezze di questa parte di mondo:
C'e' la corruzione... siamo in Africa, i soldi degli aiuti umanitari giungono solo per una percentuale non superiore al 10%... siamo in Africa, la polizia uccide cinque ragazzi a sangue freddo ritenedoli dei ladri e dopo si scopre che sono innocenti... siamo in Africa, ti fermano e ti sbattono in cella perche' non hai messo le cinture e poco prima di te e' passato un camion carico con una 50 di persone urlanti... siamo in Africa, il capo della commissione ellettorale dice che non sa chi ha vinto le elezioni e che se ha sbagliato lo ha fatto solo perché c'erano forti pressioni... siamo in Africa

Porca miseria mi rendo conto di star ragionando di nuovo con la "forma mentis italiana"... ma qui siamo in Africa

3 commenti:

  1. Ho vissuto in Kenya , ma anche se ci fossi nata ,penso che non potrei mai capire cosa pensa un Africano. E' vero , ripetiamo sempre quella frase, per giustificare quello che pensiamo non sia giusto.Ricordati però che quando in Europa eravamo civilizzati, i nonni o i padri di quelli che sono al potere ,oggi, vivevano ancora nelle capanne. Parlo degli anni 50-60. Ci vorranno tanti tanti anni prima che non si possa più dire : Questa è Africa

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  2. Il problema è che il kenya sta sempre più perdendo i ricordi dell'amministrazione britannica, che gli aveva dato esempio di democrazia e di buona amministrazione.
    Adesso le istituzioni non pensano più al futuro del paese, ma solo all'arricchimento personale, almeno per quel poco che ho potuto vedere.
    Sono certamente passi indietro molto preoccupanti....

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  3. Un commento a biringani:
    ormai gli africani hanno perso il treno (a causa dei paesi "civilizzati" e dei loro governi collusi)il cosiddetto progresso e la tecnologia viaggiano a mille all'ora tant'è vero che nemmeno noi riusciamo a star al passo quindi non nutro speranze che quel GAP possa azzerarsi, ne a breve ne a lungo termine.
    E un commento ad Alessandro:
    i ricordi fanno brutti scherzi,si dimenticano quelli brutti e rimangono a galla solo quelli belli.Ci dimentichiamo che soltanto 50... 60 anni fa qualche decina di europei (Inglesi)la facevano da padrone in tutto il Kenya sfruttandone popolazioni, natura (caccia spietata) e risorse.
    Non mi risulta che tutto ciò che fu fatto dai colonialisti venne fatto a titolo benefico, ogni opera messa in atto portava un congruo tornacconto,anche oggi il neocolonialismo si mette la maschera di sempre,un esempio valga per tutti,insegnamo ad un africano a cucinare all'italiana dicendo che così impara un mestiere e poi guadagna soldi e risolve i suoi problemi, ma in realtà poi lo facciamo per fare un piacere a noi stessi e gli togliamo parte della sua cultura.
    Vorrei tanto che ogni popolo fosse lasciato "crescere" da solo, senza interferenze esterne ne di altri popoli ne di altre religioni.
    Ma io sono famoso per essere un sognatore di utopie.
    Un saluto da Beppe,l'anonimo dell'articolo sull'autostrada Malindi Mombasa.

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NiK