mercoledì 17 settembre 2008

Aggiornamento sulla triste vicenda del signor Carretta


Riporto quanto affisso sulla porta del consolato riguardo la vicenda del signor Carretta.


"STORIA VERA


Non condanno e non assolvo ma Vi informo poiché penso di essere uno dei pochissimi che hanno assistito alla triste storia dall'inizio alla fine.

Circa quattro anni fa nella tarda mattinata si presenta in Consolato il signor Carretta Medardo, insieme a due donne e un uomo keniani; desiderava io fossi testimone di quanto stava accadendo e presagendo qualcosa di brutto, approfittando della presenza in consolato del signor Ugo Troiani, lo invitai ad essere presente.

Una delle due donne raccontava che suo figlio di una decida di anni insieme al figlio dell'altra signora era stato adescato ad entrare nella casa del signor Carretta e che qui, lo stesso, avrebbe avuto due rapporti sessuali, uno tramite una fellazio e l'altro di sodomia con i due ragazzi.

Il signor Carretta che vive nella sua casa di Kibokoni insieme alla moglie, negava assolutamente spiegando che, spesso i ragazzini del villaggio limitrofo venivano al cancello a chiedere caramelle o qualche soldino, cosa che quasi sempre veniva soddisfatta e che questo era stato uno dei tanti casi; l'abitudine era stata creata da una giovane inquilina italiana, persona generosa e sensibile amante dei bambini che nei mesi in cui era stata ospite della casa, aveva abituato gli stessi a venire a prendere caramelle e biscotti; andata via l'abitudine e' rimasta in eredita' al signor Carretta che non si e' sentito di interromperla.

Dopo un breve ma composto battibecco, la signora ci tenne a spiegare che comunque, “visto che siamo tutti esseri umani perciò soggetti a sbagliare”, con una cifra di kshs 500.000 (cinquecentomila) si poteva chiudere il caso (il tutto testimoniato in corte); il signor Carretta obietto' che non era disponibile a pagare nulla dato che non era successo nulla di quanto raccontato, e che non avrebbe avuto problemi ad andare in corte; comincio' quindi il processo durato circa quattro anni con circa quaranta (40) rimandi; desidero riassumere per non annoiare, i fatti più salienti;

  1. attestati medici locali escludevano la sodomia,

  2. enfatizzate e accettate dalla corte che erano state apportate correzioni da terza persona sul rapporto del dottore,

  3. dimostrate discepanze di tempi, luoghi e rapporti fatti dai due bambini, che non avevano invece oltrepassato il cancello della casa,

  4. un testimone in favore del signor Carretta veniva aggredito dalla mamma di uno dei due ragazzini, per evitare che deponesse fuori dalla corte, la madre fu solo ammonita dal magistrato per tale comportamento,

  5. in diverse succesive occasioni il signor Carretta e' stato avvicinato dalla mamma del ragazzino per sollecitare la chiusura del caso con un pagamento,


si può supporre che se le prove fossero state schiaccianti non sarebbero passati quattro anni e ripeto, 40 rimandi, per condannare un “mzungu” che avrebbe abusato di un ragazzino keniano.

Alla fine del caso il signor Carretta e' stato assolto dal caso di sodomia (quattordici anni) ma e' stato condannato a cinque anni per adescamento e cinque anni per fellazio da considerarsi concorrenti, perciò per un totale di cinque anni; l'avvocato ha presentato ricorso, in attesa del quale, il condannato non beneficiando della cauzione (in quanto straniero) deve stare in carcere.

Attualmente e' ammanettato al letto dell'ospedale governativo, dove e' stato portando essendo seriamente ammalato, per poter essere curato (spesso deve mingere in una bottiglia quando il secondino non ha voglia di accompagnarlo al bagno).

Mi sembra doveroso, nei confronti dei connazionali e del signor Caretta, esporre quanto realmente accaduto e accade.


Roberto Macri'


Malindi 05 Settembre 2008"

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