Tratto da blog.panorama.it
"Di Senio Bonini
Sono convinto che le offese, le calunnie, ma soprattutto le minacce anche fisiche che mi sono arrivate in seguito all’inchiesta sulla pedofilia a Malindi condotta da me per Panorama rappresentino più una conferma di quanto denunciato che una legittima confutazione. Detto questo, e premesso che non perderò il mio tempo a controbattere agli insulti che mi sono stati indirizzati, ci tengo a rispondere a quanto mi è stato mosso.
Il reportage. Ci si spinge a sostenere che io non sia mai stato a Malindi. Per me parla il mio passaporto e le ricevute che ho con me. Per me parlano le centinaia di foto scattate da Simone Stefanelli, mio compagno di viaggio. Foto che ritraggono non una, ma decine di ragazzine, tra i 10 e i 14 anni, davanti a quei locali, o addirittura all’interno di quei locali, citati nel pezzo. Per me parlano le testimonianze di vita raccolte in strada, delle ragazzine e delle loro famiglie.
Molti degli attacchi che ho subìto hanno messo in discussione le interviste con l’ambasciatore Pierandrea Magistrati e il giornalista Fred Olouch a Nairobi. Ebbene, stupito per questi attacchi improvvidi, in questi giorni ho provveduto a contattarli nuovamente ricevendo la conferma tanto dei nostri incontri quanto del tenore delle nostre conversazioni. Senza considerare le foto scattate nello stesso studio dell’ambasciatore.
Per di più il collega del “Nation”, Fred Olouch, ha negato categoricamente di essere mai stato contattato di recente dal consolato italiano e dalle associazioni che fanno riferimento alla comunità italiana a Malindi, come riportato nelle lettere contro di me. Anche l’ufficiale di polizia Philip Opiyo, raggiunto telefonicamente, non ritratta quanto detto né tanto meno afferma di non avermi mai incontrato.
Come confutare poi un dossier diffuso dalla più autorevole delle organizzazioni internazionali a tutela dell’infanzia, l’Unicef, che nero su bianco conferma quanto da me raccolto sul campo? Così come lo confermano altre due ong in prima linea da anni nella difesa dei bambini vittime di violenze sessuali, Ecpat e Unicef Italia. E lo stesso Giorgio Manzi, del Ris di Roma, interpellato sull’argomento, conferma il mio racconto.
Certo, l’inchiesta può aver suscitato la rabbia dei residenti italiani a Malindi che onestamente vivono e lavorano in questa località da anni, ma non era assolutamente nei miei intenti infangare un’intera comunità, (e questo è dimostrato dalle espressioni che ho usato nel testo, come ad esempio “alcuni italiani ne approfittano”), bensì quello di denunciare una piaga che mina l’infanzia di centinaia di bambini. E poi, non dovrebbero essere gli onesti per primi a chiedere che si faccia pulizia dei pedofili? O quella realtà disturba chi vuol farsi spensieratamente i bagni nelle acque di Malindi senza guardare che cosa succede intorno? E chi vive di turismo, reagendo in questo modo, non dà l’impressione di preoccuparsi dei propri affari più che delle bambine sfruttate sessualmente?
Considero dunque del tutto pretestuosa, se non strumentale, l’accusa di aver pubblicato “un’inchiesta vecchia di alcuni mesi” con il solo scopo di “danneggiare il turismo a Malindi”. Ho proposto la mia inchiesta a Panorama che per settimane mi ha chiesto verifiche e riscontri. Davvero si vuol far finta di credere che sia scorretto denunciare una tragedia come quella della pedofilia solo perché sono trascorsi alcuni mesi dalla raccolta dell’informazioni sul campo? Il rispetto e la dignità dei bambini non vanno in prescrizione."
mercoledì 17 settembre 2008
Senio Bonini non demorde: "Confermo tutto!"
Pubblicato da
NiK
alle
20:04
Etichette: Senio Bonini
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