martedì 13 gennaio 2009

Il diario di Ferro


Sette giorni in Kenya (2)
05.01.09. La legge strozza stampa.
Il "Nation" di oggi pubblica cinque pagine di proteste contro l'approvazione presidenziale alla legge che imbavaglia i media. Si prospetta un allargamento delle differenze politiche dell'accordo di governo tra il presidente Kibaki e il primo ministro Odinga. Si specula che il presidente Kibaki abbia voluto vendicarsi della larga copertura, in diretta, che i media hanno dato ai tafferugli durante la cerimonia del 12 dicembre scorso quando il suo discorso fu bloccato dalle proteste del pubblico.

06.01.09.Calamità a Malindi. Si apprende dalle notizie che ieri notte quattro strutture turistiche, di proprietà italiana, sono state distrutte dal fuoco con circa 60 turisti italiani messi in salvo. Ancora una volta vengono alla luce i pericoli di investire in luoghi dove le infrastrutture sono carenti. Secondo la stampa i vigili del fuoco arrivavano dopo circa un'ora, con le taniche delle autopompe vuote e dopo aver osservato i roghi se n'andavano dopo cinque minuti.
07.01.09."Aide memoire" per Briatore.Si nota che, in diversi distretti del paese, è scoppiata la "peste des petits ruminants" anche conosciuta come "la piaga delle capre" che ha giá causato la morte di oltre 100 animali e si sta spargendo velocemente. Il dipartimento veterinario dovrebbe dare inizio alla vaccinazione in massa degli animali ma sono in ritardo e a corto dei vaccini. Allo scopo qualsiasi assistenza "italiana"sarebbe altamente apprezzata.
08.01.09. Macchina indietro. Dopo appena pochi giorni dal beneplacito presidenziale alla legge che mira ad imbavagliare la libertá di stampa, il presidente ha messo in moto una proposta che mira ad emendare gli articoli piú offensivi della legge che, negli ultimi giorni, aveva scatenato una valanga di proteste a tutti i livelli della collettività sociale. Kibaki, un veterano della politca ed economista di grido, educato e battezzato dai missionari della Consolata di Torino, è fondamentalmente una persona perbene ma politicamente assediato da un branco di cosiddetti "lupi grigi" del monte Kenya, che mal celatamente accettano il governo di coalizione con il partito ODM guidato da lagunare Raila Odinga, che aveva apertamente criticato la legge.
09.01.09 Rimembranza. Durante la recente funzione nel villaggio di Kiambaa (Eldoret) in memoria delle trenta persone bruciate l'anno scorso in una chiesetta di legno, dai Kalenjin Warriors, che impedivano alla gente di scappare con dei materassi intrisi di benzina e accesi sulle finestre e porte, in seguito alla funzione, ma in privato con i giornalisti, la parlamentare della zona signora Peris Simam diceva di non essere convinta che il fuoco fosse stato acceso dai suoi supporters, invece diceva che si sarebbe trattato di "una fuga di gas".
10.01.09.Italnews. # Continua il processo in corte per l'uccisione di Mons. Luigi Locati sin dal 2005. Ci sono sei accusati tra i quali un sacerdote indigeno della diocesi di Isiolo dove Mons. Locati serviva. Gli imputati sono in custodia cautelare da oltre tre anni e accusano la polizia di torture per estrarre la confessione. # Un somalo é stato arrestato in Kenya e portato in tribunale accusato di aver partecipato al sequestro di due suore italiane, Teresa Oliviero e Caterina Giraudo a Elwak delle quali non si sono avute piú notizie. Il governo italiano rinuncia all'uso della forza per liberare le religiose. # Il governo italiano ha stanziato scellini 248 milioni (euro 2.48 milioni) per la ristrutturazione d'otto scuole tecniche rurali nei distretti di Nairobi, Nyandarua, Tharaka, Suba, Kilifi e West Pokot.
11.01.09. Le "feste" sono finite. È un annuncio ufficiale. Il presidente ha dichiarato la carenza del cibo uno stato di emergenza nazionale. Circa 10 milioni di keniani sono a rischio di fame dovuto agli strascichi dei disordini dell'anno scorso, nelle zone d'alta produzione agricola, e al fallimento delle piogge"corte" Le zone piú a rischio sono nel nord est del paese aridi e semi aridi, e lungo la costa, compresi i distretti di Kilifi, e Malindi, i cosiddetti "paradisi turistici" È stato decisi di importare urgentemente cinque milioni di sacchi di mais. Addendum Qui nessun socialista, il popolo ha bisogno di un santo. (Questo l'articolo di un noto giornalista locale) Derubare i poveri è l'industria piú fiorente del Kenya. Grazie all'inerzia o complicità delle nostre istituzioni anti corruzione, i colpevoli ridacchiano mentre si recano in banca, mentre il popolo soffre la fame aspettando l'arrivo dall'estero del granoturco importato. Adesso qualcuno si è accaparrato 100.000 sacchi di mais destinato al pubblico. Mentre le grida della gente "unga yetu" (la nostra farina) si fanno sempre piú deboli, a causa della fame, l'ente " National Cereals and Produce Board" non ha ancora spiegato perché solo 44.000 sacchi di granoturco sono stati consegnati ai mulini, invece dei 144.000 importati. Fa stupire perché le masse affamante non si siano ancora ribellate e andate alla caccia, con l'intenzione di linciarli, ai perpetratori di questo crimine economico. Finora nessuna autorità ha dato una spiegazione dei fatti. Dom Helder Camara, anche detto il "vescovo rosso" fautore della "teologia della liberazione" una volta disse: "Quando davo il cibo ai poveri mi chiamavano un santo, quando chiamavo perché i poveri soffrono la fame mi chiamavano un comunista"

By Geoferro

1 commento:

  1. Come sempre, leggo molto volentieri le graffianti note di Geoferro al quale non fanno certo difetto la lucidità dell’analisi e il coraggio nel manifestare le proprie idee. E questo in un Paese martoriato dalla fame e con una classe dirigente avida, corrotta e vendicativa che non ha alcuna vergogna a dotarsi di leggi a tutela dei propri personali interessi, magari prendendo esempio dall’Italia dove, certamente in modo meno grossolano, anche il Berlusconi fa altrettanto!
    Ho dubbi sul perbenismo di Kibaki e più ancora sulle sue doti di economista, non mi risultano suoi scritti che abbiano dato un contributo alla scienza economica o che abbiano suggerito un qualche modello di take off non così sperequato come quello kenyano che polarizza il benessere su una esigua minoranza lasciando nella più completa indigenza più di dieci milioni di persone.
    E poi che fine ha fatto la lotta alla corruzione? Ma qui si dovrebbe aprire un capitolo triste che lascio volentieri alla penna di Geoferro che per nostra fortuna si sforza di darci un reale ritratto del Kenya e non una stucchevole e melensa immagine come ci viene propinata da un altro sito malindino.
    Con grande stima. Bruno Apollonio

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