lunedì 5 ottobre 2009

Il diario di Ferro


Sette giorni in Kenya. (No 40)
28.09.09. La stizza di Kibaki. Non credevano alle minacce di "sanzioni" degli americani. Ora che sono arrivate reagiscono con indignazione. Kibaki scrive ad Obama protestando contro le lettere di censura indirizzate a mezza dozzina dei suoi ministri come una "rottura del protocollo diplomatico" La situazione è ulteriormente complicata dal primo ministro Odinga, che dopo aver incontrato Obama  dichiarava che l'America aveva tutte le ragioni per intervenire come ha fatto. L'elezione di Obama era acclamata da Kibaki che dichiarava l'occasione una "festa nazionale" per permettere al popolo di celebrare. Ora Obama ha dato ad intendere che, non ostante le sue origini, non tratterà il Kenya con i "guanti di velluto" 
29.09.09. Rubati Sh 33 milioni (euro 300 mila) Da giorni la polizia da la caccia ai banditi - e ai poliziotti - che la settimana scorsa portavano a segno il furto di cui sopra. I sacchi di contanti, destinati alle banche, erano trasportati dall'agenzia di sicurezza internazionale G4S - ex Securicor - scortata da un numero di poliziotti armati. Guardie e ladri mandavano in scena l'operazione con poliziotti trovati "drogati" con i fucili in braccio, e altri che se la "davano alle gambe" con le tasche gonfie di contanti mentre i ladri caricavano i sacchi su  una vettura al seguito. Finora sono stati arrestati quattordici dipendenti della G4S e cinque poliziotti - tra i quali un ispettore - trovati con i soldi in tasca. Si crede che la macchina, con i sacchi dei contanti, sia stata guidata dalla moglie di uno dei poliziotti, e sia nascosta da qualche parte. Le indagini si estendono da Nairobi a Nakuru e Mombasa. Commento giornalistico:" Cosa si puó aspetttare da poliziotti che guadagnano Sh 11.000 (euro100) al mese?"
30.09.09. Redde rationem . Ieri il ministro degli esteri Wetangula ha chiamato a rapporto l'ambasciatore americano Rannenberger, per protestare contro le poco diplomatiche lettere di diffida, ora accertate fino a quindici, consegnate a prominenti membri dell'amministrazione  Kibaki. È stato dato da intendere che l'iniziativa partiva dalla Casa Bianca. Il ministro dichiarava che il Kenya ha le sue opzioni in materia che al momento non intende esercitare. Commenta un giornalista: "Potremmo rifiutare gli aiuti americani che ammontano a oltre $ 100 milioni annuali senza contare quelli militari, non pubblicabili"
01.10.09. Ha vinto il Parlamento. Ieri, dopo settimane di "tira-molla" Il giudice Ringera si è dimesso - in una conferenza stampa - dalla carica di direttore generale della KACC (Commissione Anti Corruzione) e con lui l'ultimo dei due vice. L'altro si era giá dimesso da una settimana. Aparte le retroscene che seguiranno per la nomina di un nuovo direttore, la vicenda ha un profondo significato politico per il paese. Per la prima volta in 46 anni d'indipendenza, il Parlamento ha votato contro un decreto"imperiale" del presidente in carica e ha vinto il contesto.
 02.10.09. Una nazione di gente felice. Secondo un'indagine dell'agenzia Synovate Kenia, condotta per conto del quotidiano "The Nation" l' 86% dei keniani dicono di vivere felicemente. Questo non ostante la siccitá, carestia, fame, inflazione, corrente ed acqua razionati, disoccupazione, insicurezza, continue razzie di bestiame con morti e feriti, rifugiati interni, sfratto di gente dalle foreste, la piaga dei mungiki, polizia e magistratura corrotta, politica e politici "balordi" e tant'altro. L'indagine non ha rivelato la percentuale degli intervistati tra i 10 milioni che soffrono la fame o tra gli abitanti dei distretti di Turkana, Pokot, Laikipia, Isolo, Kisii, Kipsigis, Elgon, Marsabit  in conflitto permanente o tra quelli della frontiera del nord razziati impunemente da oltre i confini.
03.10.09. La caccia alle streghe.In Kisii, un gruppo di vigilantes veniva in possesso di un libro dal titolo "Comitato Esecutivo delle Strege e Stregoni"  contenente quaranta nomi. In base a queste informazioni sceglievano il nome della signora Agnes Moraa, di 74 anni descritta come tesoriera del comitato, scendevano sulla sua casa, mentre lei era assente, e dopo averla saccheggiata la davano alle fiamme. Nella zona la donna è una delle centinaia che hanno perso la vita o le proprietà in simili occasioni.
04.10.09. Apres "moi" le deluge. ( l'ex presidente Moi.)
Il vecchio autocrate, invece di godersi la lauta pensione e passare il tempo a contare la montagna di soldi che ha affastellato, sta rientrando in politica, incoraggiato dalla confusione generale che regna nel presente regime. Come un profeta rigettato dal popolo ora circola per il paese dispensando "mazzette" e pontificando parole di "saggezza" politica: "sette anni fa si diceva che Moi avrebbe dovuto andarsene, ora dicono che dovrebbe ritornare.Il confine tra democrazia e anarchia è poco chiaro, troppa democrazia è pericolosa. L'area democratica del paese è troppo vasta e richiede un presidente con un forte potere esecutivo,I due centri del potere, come il presente, conducono all'immobilità politica e al gioco dello "scarica barile" tra il presidente e il primo ministro. La politica è nel mio sangue e nessuno me la può togliere"  Nelle elezioni del 2002 anche i suoi tre figli furono "trombati" dagli elettori e la "guida" etnica dei Kalenjin passava al giovane Bill Ruto. La vecchia volpe tuttavia sta uscendo dalla tana e incomincia a ritrovare supporto nella Rift Valley, opponendosi allo sfratto degli illegali della foresta del Mau - da lui insediati - Ma c'è dell'altro oltre che la filantropia tribale: tutti sanno della grande piantagione del tè, nella terra vergine della foresta di proprietà della famiglia. "Cicero pro domo sua?"



Il parafulmine dei potenti. (Articolo di attualità’)
È la commissione "anti corruzione" KACC stabilita per insistenza degli stati donatori, e in parte da loro finanziata, per portare alla giustizia i colpevoli dei grossi scandali finanziari degli ultimi vent'anni.
Dopo cinque anni d'esistenza, a gran costo per i contribuenti, non ha cavato il proverbiale "ragno dal buco" Infatti l'hanno furbescamente trasformata in una specie di "sindacato scarica barile" per la protezione dei presunti colpevoli. 
La Commissione, che non ha  potere di denuncia; prepara le pratiche che passa al Procuratore Generale, questo, nel caso dei "pesci grossi" dopo un lungo periodo di studio dichiara le prove consegnategli  non sufficienti e rimanda indietro i dossiers o passa la pratica alla polizia per ulteriori indagini, il che significa l'insabbiamento del caso.
Da tempo le nazioni eufemisticamente chiamate "Development Partners" (associati nel progresso) con in testa l'America domandano il licenziamento dei capi dell'KACC, il Procuratore Generale, il capo della Polizia e della Magistratura, dando chiaramente ad intendere che, se cosí si continua, saranno "messi in ballo" i futuri aiuti monetari.
Come un "fulmine a ciel sereno" il 1mo settembre 2009, il presidente Kibaki  rinnovava l'incarico al capo della KACC per altri cinque anni, senza consultare il Parlamento, il Primo Ministro, e gli altri organi di supervisione come quello del KACC Advisory Board (Consiglio Consultativo). Giorni fa, con la medesima prassi, riconfermava la carica al capo della Magistratura  e non da alcun segno di voler dimettere il Procuratore Generale. Solo il capo della Polizia è stato finora licenziato.
La mossa presidenziale, anche se apparentemente non illegale, scatenava la furia degli ambienti politici, sociali, legali e anche religiosi. Inoltre  causava la ripresa delle mal celate ostlitá tra i due partiti della coalizione: PNU (Kibaki) e ODM (Odinga)
La maggioranza parlamentare era particolarmente infuriata tanto da rimandare la pausa dei lavori per potere discutere  la vicenda in Aula. Per impedire al parlamento di dibattere il caso, qualcuno, sotto pressione o no, portava il caso in tribunale, che ora si trova "sub giudice" il che significa la ferma d'ogni dibattito sul caso finche il tribunale non finisca il processo, che potrebbe protrarsi per settimane od oltre.
Ignorando quanto sopra il parlamento, per la prima volta nella storia del paese, a gran maggioranza, votava contro la nomina  a capo della KACC dal giudice Ringera da parte del presidente. Cosa inaudita ai tempi dell'autocrate Moi. I deputati accusavano il presidente d'aver ignorato la legge, il parlamento e il Comitato Dirigente della KACC. Da parte sua il governo insisteva che solo la magistratura ha il potere di interpretare la legge e non il parlamento. Se la nomina non è revocata il parlamento minaccia di non approvare i fondi per il finanziamento della KACC rendendola in effetti bloccata. Ora, con la palla nel campo del presidente, il parlamento è andato in sospensione per circa due mesi. Si prevedono altri interessanti sviluppi sul caso.( Al momento di scriver Ringera - per salvare la faccia al presidente - si è dimesso dalla carica NDR)
Com'era da aspettarsi l'ambasciatore americano, senza "peli sulla lingua" criticava la conferma in carica di Ringera  provocando ripicche verbali da parte di diverse personalità del governo. Da parte americana e anche altre, si aspettano simili interventi se non azioni piú appropriate. ( Gli americani hanno giá consegnato - a quindici alte personalitá del governo - delle lettere di censura NDR)
È opinione comune che questo gran "cancan" col passar del tempo finisca insabbiato, come tutti le altre inchieste sulla gran corruzione del passato. Nel retroscena passeranno di mano delle "bustarelle" il tutto per guadagnar tempo fino alle elezioni del 2012, quando si aspetta un cambio di regime e tutto sará dimenticato per "mantenere la pace" A quel tempo certi scandali come il Goldenberg saranno vecchi di quasi 25 anni.(Si aspettano futuri sviluppi interessanti NDR)
Ancora a proposito del Goldenberg, il suo inventore ed esecutore, a nome dei "potenti" di allora, Kamlesh Pattni - oriundo indiano - non è mai stato portato in tribunale, per paura che "vuotasse il sacco" Ha passato qualche tempo nella prigione di Kamiti, non perché condannato ma per proteggerlo da chi voleva "farlo fuori" Tuttavia la denuncia di aver manipolato Sh 5.8 milardi (euro 52.7 milioni) è ancora pendente in corte da 16 anni.
Ora dopo la sua "conversione" al cristianesimo, sotto il nome di Brother Paul ha fondato una setta "cristiana" che dirige con fervore. Come si sa, nell'ambiente cristiano "buono" chi confessa i peccati è perdonato. Ogni domenica mattina conduce, in trasmissione diretta  un "servizio" ben frequentato dai suoi "fedeli" che applaudono i suoi sermoni. Caratteristica speciale dei servizi di Bro. Paul è quella dell'offertorio. Nelle chiese cristiane "normali" i fedeli offrono l'obolo al pastore, in quella del Fratello Paolo è il pastore che lo offre ai fedeli.
Per chi soffre di depressione domenicale il servizio in tv di cui sopra è raccomandabile.
che la filantropia tribale: tutti sanno della grande piantagione del tè, nella terra vergine della foresta di proprietà della famiglia. "Cicero pro domo sua?"

A cura di : Georg von Eisen.

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