lunedì 16 marzo 2009

Considerazioni sulle mura della città.

"Il Kenya non ha la mentalità turistica... prendi L'Egitto, loro si che sanno come coccolare i turisti..."

Quante volte parlando tra di noi ci siamo detti una frase simile o altre del tipo "la polizia turistica è corrotta e importuna i turisti... i beach boys sono troppo insistenti... le infrastrutture sono inesistenti... l'acqua va via.. la corrente è a singhiozzo..." eccetera, tutto vero.. il Kenya deve migliorare, e però qualcosa si muove.

Le strade extraurbane stanno migliorando, l'acqua è arrivata a Mayungu, la corrente sembra più stabile, il visto d'entrata è stato dimezzato, i beach boys sono stati regolamentati e dal 27 giugno potremo addirittura navigare in internet con la banda larga.

Adesso tocca a noi italiani, si perché oggi passeggiavo sulla spiaggia ed ho incontrato una anziana signora inglese residente da molto prima che i primi alberghi italiani sulla spiaggia Silversand venissero costruiti che mi diceva "la spiaggia non è mai stata in condizioni così pessime" ed io non ho potuto fare altro che darle ragione, scusandomi a nome della comunità italiana.

I muri costruiti per rubare un metro di spazio in più alla spiaggia pubblica -facente parte in teoria di un parco marino protetto-, costruiti così in la che le onde di alta marea gli si infrangono contro con violenza, non permettendo a chi volesse recarsi sulla spiaggia a passeggiare di poterlo fare, sono la rappresentazione di una cafonaggine e un disprezzo verso l'ambiente (certo favorito dal lassismo della Kenya Wildlife Service che dovrebbe far rispettare una legge che esiste e dice che in Kenya non si può costruire a meno di 30 metri dalla linea dell'alta marea, se non per una questione di ecologia e rispetto dell'ambiente, almeno perché è un confine di Stato) che trova difficilmente eguali in altre parti del mondo.

Questi muri oltretutto vengono sistematicamente distrutti dal moto ondoso, che è molto più forte di quello presente sulle coste del Mediterraneo, essendo questo un mare chiuso.

Forse è qui la spiegazione: noi italiani pensiamo di essere molto più furbi degli inglesi, dei portoghesi o di quanti altri europei prima di noi (che forse perché avendo a che fare anche con l'oceano Atlantico ne hanno una esperienza ancestrale) non hanno mai tentato di fermare l'oceano Indiano, ed hanno sempre lasciato che in fondo sia lui a decidere fin dove arrivare, come e quando gli pare a lui.

Avete mai notato che gli unici porti sull'oceano sono da sempre stati quelli che approfittavano di ripari naturali offerti da Barriere coralline (Malindi), isole (Mombasa, Lamu) o fiordi (Kilifi)... ci sarà ben stato un motivo! Sull'oceano non si costruiscono porti o qualsiasi altro tipo di costruzione artificiale, l'oceano non è il Mediterraneo!

Noi invece costruiamo i muri sulla spiaggia (se non addirittura costruzioni neoclassiche sotto il naso e gli occhi della KWS tappati dal fetore dei soldi) che verranno sistematicamente distrutti dall'oceano in breve tempo. Si perché non c'è niente da fare, inutile illudersi: l'oceano vincerà sempre.

E allora adesso tocca a noi italiani, dicevo, un gesto di buona volontà: leviamo i muri dalla spiaggia. In questo momento la maggioranza di questi muri sono pericolanti e pericolosi per i turisti stessi che vorrebbero difendere (da chi?) e grandi pezzi di alcuni di essi giacciono sulla spiaggia, rischiando di ferire l'incauto turista che non dovesse vederli nel caso fossero coperti dall'acqua dell'alta marea.

In fondo ci sono anche esempi positivi che dimostrano come la spiaggia possa essere vissuta senza muri: il Kilili Baharini, La Rosada o (da poco e con l'aiuto del mare) il Blue Key, stanno li a dimostrarlo e sono un esempio a mio avviso positivo.

"Farò qualche foto.. e cercherò di scrivere qualcosa sul mio blog" ho detto all'anziana e sorridente signora inglese, "ma sarà difficile".

2 commenti:

  1. Hai perfettamente ragione.
    Ci lamentiamo che in Kenya non esiste morale, ma in realtà siamo noi italiani i primi a commettere tremendi abusi.
    le tue foto dimostrano gli eccessi perpetrati da noi italiani nei confronti di una terra che ci ospita.
    Vorremmo fare la morale ai kenyoti in casa loro e poi, come documentano le tue foto, diamo ampia dimpostrazione come i soldi e il potere calpestino qualsiasi morale e anche l'estetica.
    Non esiste solo il problema del turismo sessuale a malindi.....
    Alessandro

    RispondiElimina
  2. E' da circa 30 anni che frequento
    assiduamente Malindi ho praticamente assistito a tutti i cambiamenti e le evoluzioni di questo magnifico paese, nel bene e nel male, quello delle mura o barriere varie sulla spiaggia è uno dai grandi mali.
    E qui certo la colpa non è dei kenioti ma dei proprietari dei villaggi che come si suol dire "ungendo le ruote" costruiscono barriere deturpando l'aspetto delle spiagge stesse.
    Barriere che ho visto spesso, fatte e rifatte, causa l'oceano unico e giustamente padrone delle spiagge.
    Non so se considerati i miei anni
    farò in tempo a vedere la spiaggia
    come veramente dovrebbe essere.
    Resta comunque il detto, seppur con l'amaro in bocca:"Malindi sei bella nonostante."
    Fio

    RispondiElimina

Benvenuti!
Chiunque può scrivere commenti, purché pertinenti all'argomento dell'articolo.
I commenti possono essere firmati o anonimi.
NiK