mercoledì 27 maggio 2009

L’UNICEF e la prostituzione minorile.

Uno studio dell'agenzia UNICEF delle Nazioni Unite, del 2006, pubblicato sul "Nation" il 24.05.09 (clicca qui per leggere l'originale nd NiK), indica che almeno 15.000 minorenni sono indotti alla prostituzione sulla costa del Kenya e inevitabilmente tira in ballo Malindi, i turisti, gli italiani, i tedeschi e gli svizzeri.

I locali sono menzionati dal Prof. Shihanya dell'Universitá di Nairobi come partecipanti al "crimine" al 39%. La rimanenza è assegnata a chi ha "molti soldi" ovvero i turisti sopra menzionati ( Negli slums di Nairobi bastano 50 scellini al colpo. Ndr)

L'editoriale del Daily Nation segue a ruota, peró qualifica lo studio dell'Unicef con la frase "se il rapporto è da considerasi credibile" ed esorta pateticamente le "forze dell'ordine" a sradicare per sempre la prostituzione dai centri turistici della costa. Il resto del paese non è menzionato. Non si dubita che il giornale sia ben informato pero un p'ó indietro nel tempo quando esorta i turisti a tenersi i tasca i loro Dollari, Marchi e Lire "anche al nostro costo di morte e malattie" (interpreti chi può. Ndr)

Ritornando all'Unicef, il rapporto questa volta si concentra nell'uso dei preservativi (condoms) mettendo in fondo alla classifica dei consumi i keniani (senza specificarne il colore della pelle) seguiti dagli italiani e i tedeschi, mentre nella "lega" dei pedofili, oltre ai sopra menzionati, sono inclusi anche gli svizzeri. Inevitabilmente Malindi è descritto come un hot spot (punto caldo) della pratica.

L'Unicef o i giornalisti locali non sembrano tener conto dei numerosi casi, alcuni pendenti nei tribunali o in prigione che affliggono membri d'altre nazionalità dall'Autralia al Canada e oltre.
A parziale discarica, in favore dei pedofili, è rivelato che molti minorenni portano carte d'identità false, ottenute tramite le autorità che dovrebbero "estirpare il vizio" come istigate dal " Daily Nation" e che in molti ambienti tribali la pratica sessuale precoce, o il dare in "matrimonio" bambine di 12-13 anni non è considerato "tabuu". Inoltre esiste sempre l'usanza da parte dei genitori "poveri" di indirizzare la figliolanza a partecipare al traffico, a scopo di lucro e sovente di ricatto.

È lecito domandarsi dove i burocrati delle Nazioni Unite ottengono i dati sull'uso dei condoms tra le nazionalità sopra nominate, tenendo conto che tratta di funzioni piuttosto intime. Sono i minorenni diventati cosi raffinati da tenere un diario o un "libro di carico" oppure domandano di vedere il passaporto per poi passare le informazioni al quartier generale dell'ONU a New York?
Come fa una bambina/no a distinguere la nazionalità di un muzungu da un altro? Forse la lingua? Difficile nel caso dei multi-etnici svizzeri o il colore dei soldi? Non certamente i Marchi o le Lire del "Nation"

Forse l'italiano è individuato dalle mutande firmate da Armani, il tedesco dal puzzo della birra e lo svizzero dall'orologio d'oro Rolex.

L'ONU ha altre fonti d'informazione in Kenya. Chi abita a Nairobi e ha frequentato-o continua a farlo-la leggendaria Koinange Street non avrà mancato di notare la folta presenza notturna di personale UN di stanza a Gigiri. È logico assumere che i membri dell'ufficio Unicef siano presenti, non in cerca di "divertimento" ma piuttosto per "ragioni di lavoro" ossia la raccolta di dati precisi su quali nazionalità praticano la pedofilia, e usano o no i condoms. Si pensa che questa ultima "ricerca" comporti delle logistiche piuttosto difficoltose.

Questo personale, nei rari casi d'intervento delle "forze dell'ordine" per sradicare la prostituzione, come auspicato dal "Nation" si avvalgono del passaporto diplomatico del quale sono dotati.

In effetti, in mancanza di chiarificazioni da parte dell'Unicef o dal giornalista Wesangula che ha firmato l'articolo, lo si puó tranquillamente considerare un pezzo di zavorra editoriale stantia.

By: geoferro@africaonlime.co.ke

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NiK